«Il Natale non è festa della bontà, ma celebrazione di Dio che si fa uomo»

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Nel presepe, quello della Cattedrale di Aosta, c'è quest'anno una statuina speciale: come già nel 2020 si era reso omaggio agli operatori sanitari, tanto impegnati in tempo di pandemia, per questo Natale il pensiero va agli artigiani, provati dalle difficoltà del momento. La statuina in cartapesta, opera del leccese Claudio Riso, è stata donata al vescovo Franco Lovignana da una rappresentanza di Coldiretti e ConfArtigianato. Così, nel presepe realizzato dal Gruppo Aosta 1 degli scout, come è tradizione dal 1946, dietro i pastori che si avviano verso la Sacra Famiglia c'è anche un artigiano dei nostri tempi: «Ha il grembiule e gli attrezzi da lavoro - ha fatto notare il Vescovo al termine della celebrazione della notte di Natale - ma ha anche un computer, perché rappresenta gli artigiani moderni».

Il tema scelto quest'anno dagli scout è «non muri, ma ponti»: sulla destra, quasi in ombra, un muro alto color cemento è squarciato da una breccia, per far passare chi vuole avvicinarsi al luogo, illuminato e sopraelevato, in cui si vede il bambinello.

Un ponte di legno, con l'arcata in pietra, unisce le due parti della scena. «Vi invito a sostare davanti al presepe, in casa o in chiesa, per leggere questo messaggio. - ha detto monsignor Franco Lovignana - La scena ispira tenerezza e ci appare idilliaca. Eppure essa vuole rappresentare un evento inaudito e drammatico: nasce Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, nasce nella povertà e nell'indifferenza. La contemplazione del presepe deve sempre includere la dimensione tragica. È importante non perdere questo tassello per salvare l'originalità del Natale che non è festa della bontà, ma celebrazione di Dio che si fa uomo per camminare come uomo e farsi guida vivente sulla strada impervia dell'esistenza terrena. Inaudito, ma vero. Proviamo, in questi giorni di Natale, se non lo abbiamo ancora fatto, ad accostarci al sacramento della Confessione: chiediamo perdono dei nostri peccati, accogliamo la pace dentro di noi e poi proviamo a farci artigiani di pace in famiglia, a scuola, al lavoro, con gli amici. Artigiani di pace perché la pace non si produce in serie, è sempre un pezzo unico. La pace è un'arte, si fa a mano, pezzo per pezzo, quante sono le nostre relazioni. Ma è una cosa bellissima perché come insegna Gesù, gli operatori di pace saranno chiamati figli di Dio».

Le celebrazioni del tempo liturgico del Natale proseguono, a partire da questa sera, venerdì 31 dicembre. La tradizionale Messa di ringraziamento, alle 18, è animata dalla Schola Cantorum, con il canto del «Te Deum» in falsobordone, come l'Agnus e il Santus presi dalla tradizione valdostana, come il «je te salue» adattato da Maurizio Longo, che saranno eseguiti a sole voce maschili, da cantori provenienti dalle parrocchie della cintura di Aosta. Dalle 20 alle 21 la chiesa di Santo Stefano è aperta per l'adorazione eucaristica. Il giorno dopo, primo del nuovo anno, si celebra la festa di Maria Madre di Dio e la Giornata mondiale della pace, alle 18 con il solenne Pontificale presieduto dal Vescovo e animato dalla Cappella Musicale "Sant'Anselmo". Il giorno prima dell'Epifania, la messa della vigilia di mercoledì 5 gennaio alle 18 coincide con la Festa dell'adesione dell'Azione Cattolica. Giovedì 6, alle 7.30 Eucarestia in Cattedrale, alle 9 a Santo Stefano, la Messa solenne è alle 10.30 animata dalla Cappella Musicale «Sant'Anselmo».

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