Dopo tampone e quarantena per gli stranieri, l’escalation dei contagi: iniziano ad arrivare le disdette degli italiani
Dopo l’ordinanza di giovedì 16 dicembre scorso del ministro della Salute Roberto Speranza (l'obbligo di tampone per tutti i cittadini provenienti dai Paesi dell'Unione Europea che si recano nel nostro Paese, anche se immunizzati -per guarigione o vaccinazione - mentre per i soggetti privi di certificazione verde, oltre all’obbligo del tampone prima dell’ingresso in Italia, è prevista la misura aggiuntiva della quarantena di 5 giorni con ulteriore tampone al termine) anche in Valle d’Aosta sono piovute le disdette. Per gli albergatori valdostani il problema non riguarda solamente gli stranieri, adesso sono anche gli italiani a tirarsi indietro. Le prenotazioni al momento sono ferme, con i gestori delle strutture che però intanto hanno già fatto investimenti sostanziosi riguardo a merce e personale per tutta la stagione. Secondo un’indagine di Adava (l’associazione che raduna gli operatori della ricettività turistica), il 66 per cento degli albergatori ha aperto la struttura già a fine novembre, e il 17 per cento ha persino assunto più personale rispetto al 2019. Fino al momento dell’entrata in vigore dell’ordinanza, il 41 per cento risponde che l’andamento delle prenotazioni era buono, il 29 per cento regolare, mentre addirittura il 12 per cento sostiene che era meglio rispetto agli altri anni. A seguito dell’evolversi della pandemia nei paesi esteri, come il lockdown nei Paesi Bassi e le restrizioni nel Regno Unito, il 59 per cento sostiene di aver ricevuto importanti cancellazioni, e per il 37 per cento degli albergatori le disdette hanno avuto un’incidenza tra l’80 e il 100 per cento. Il 40 per cento degli interpellati sostiene che sta ricevendo cancellazioni anche da italiani, mentre il 39 per cento comunica che le nuove prenotazioni sono bloccate. Solamente il 21 per cento risponde che l’andamento delle prenotazioni è costante. Rispetto alle disdette degli stranieri, solo per il 21 per cento degli albergatori le cancellazioni italiane sono state del 100 per cento. L’87 per cento degli albergatori valdostani afferma di essere molto preoccupato in merito alle prospettive di questa stagione in corso, mentre solamente il 12 per cento sostiene di essere ancora ottimista. Per contenere i costi, il 47 per cento ritiene necessario valutare chiusure alternative e l’apertura solo nei fine settimana, mentre addirittura il 23 per cento pensa già ad una chiusura definitiva. Solamente l’8 per cento infine, è convinto di poter fatturare come nel 2019.
Parlano gli albergatori
Marco Bich, titolare dell’Hotel HB Aosta e delegato Adava cittadino, commenta: «Dopo il 16 dicembre abbiamo sentito un calo netto sia di italiani che di stranieri. Adesso la situazione si sta un po’ stabilizzando e fino al 7 di gennaio abbiamo prenotazioni, dopo credo che navigheremo a vista. Questa ordinanza è stata una mazzata, - riferisce Marco Bich - eravamo pronti a ripartire ma questa novità del Governo ci ha bloccato, ed ora diventa difficile anche interpretare le normative per dare le giuste informazioni ai clienti, soprattutto a quelli stranieri». Dello stesso avviso il referente Adava di Saint-Vincent Alessandro Perosino, titolare dell’Hotel Elena: «La nuova normativa ha creato un po’ di confusione e se 10 giorni fa la mia struttura era piena fino alla fine delle vacanze di Natale, il 18 dicembre, ovvero 2 giorni dopo l’ordinanza, avevo già 8 disdette. Nei 5 anni prima del Covid – aggiunge Alessandro Perosino – a Saint-Vincent eravamo riusciti a creare un mercato di stranieri che arrivavano dall’est Europa, ora è tutto bloccato. Sappiamo bene che lavoreremo solamente con gli italiani, che naturalmente vengono qui giusto nel fine settimana, e hanno l’abitudine di prenotare all’ultimo. Però questo succedeva anche prima della pandemia». Più critica la situazione a Breuil-Cervinia e Peter Sertorelli, che gestisce il Sertorelli Sport Hotel e da quest’anno anche il Da Compagnoni, afferma: «L’80 per cento delle cancellazioni ci sono arrivate dall’Inghilterra, che ha delle normative diverse rispetto alle nostre. Breuil-Cervinia è una stazione sciistica che lavora molto con gli stranieri, ora stiamo cercando di fare delle offerte per rivendere le camere libere, anche se non è facile. Quel che trovo diverso rispetto agli altri anni - aggiunge - è il fatto che i clienti non vogliano più pagare la penale e pretendono che la cancellazione sia gratuita». E’ preoccupata pure Palmira Neyroz, titolare dell’Hotel Edelweiss e nel direttivo Adava di Cervinia, che commenta: «Al di là delle disdette che riceviamo ogni giorno, soprattutto dal Regno Unito, un grosso problema è che abbiamo fatto delle spese sostanziose e il nostro personale è al cento per cento. Ora non sappiamo assolutamente come sarà la situazione nei prossimi mesi. La nostra paura resta per il “dopo feste natalizie”, perché se davvero non arriveranno gli stranieri, per la nostra vallata la situazione sarà critica».
Critica la situazione pure nell’altra zona dove è molto importante il turismo estero, Courmayeur, e Alessio Berthod, titolare dell’Hotel Berthod e referente Adava di zona, spiega: «Un’altra questione da tenere in considerazione è l’aumento dei contagi, che ha generato tensioni, ansia e preoccupazione in tutta Europa, e credo che sia questo che abbia innescato le cancellazioni». «Credo che dopo le feste di Natale la situazione non migliorerà, e se ogni giorno salta fuori una sorpresa dal Governo la gente sarà sempre più demotivata a muoversi».
Si lavora solo con gli italiani anche a La Thuile e Mattia Jacquemod, proprietario dell’Hotel Chalet Eden e portavoce degli albergatori di La Thuile spiega: «La situazione potrebbe diventare critica dopo Natale, e mi sembra di essere tornato all’anno scorso, con la costante paura che succeda qualcosa più avanti. Gli italiani inoltre non prenotano più, e se nel mese di novembre eravamo pieni di richieste, ora c’è proprio un rallentamento». Dello stesso avviso Elena Becquet, referente Adava per Ayas e proprietaria del Residence Le Chalet: «Chi lavora con gli stranieri ha più cancellazioni rispetto agli altri, però anche gli italiani stanno iniziando a disdire. La vallata di Ayas sta soffrendo moltissimo la situazione, che a mio avviso è anche peggiore dell’anno scorso, appunto perché tutte le attività hanno aperto e hanno fato investimenti sia di merce che di personale. L’anno scorso eravamo chiusi e ci eravamo messi l’anima in pace – sottolinea Elena Becquet – ora in piena apertura non avere la certezza che i clienti arrivino è davvero un dramma». Preoccupazione a Gressoney. Daniele Valverde, proprietario dell’Hotel Ellex e referente Adava di zona spiega: «Gli stranieri hanno difficoltà a muoversi e gli italiani sono incerti. In questo momento la mia fotografia della stagione è che tutto sembra essersi fermato, e le richieste sono molto poche. In 15 giorni lo scenario è cambiato – continua - e il peggioramento della pandemia ha condizionato la scelta delle vacanze. Dopo l’8 gennaio sarà tutto fermo, noi aspettiamo notizie positive, anche se le richieste sono in una fase di stallo». E’ disperata Beatrice Chionni, proprietaria dell’Hotel Castor e referente Adava di Champoluc, che commenta: «Nemmeno qui sappiamo come ne usciremo da questa situazione. Abbiamo assunto parecchi dipendenti e già da agosto c’erano tante prenotazioni, sembrava che tutto andasse bene. Tutto ci faceva presupporre che si stesse avvicinando una stagione invernale positiva - racconta Beatrice Chionni - però poi dal primo decreto del 6 dicembre del super Green pass sono iniziate ad arrivare le cancellazioni dall’estero e dall’Italia. Abbiamo fatto fatica a trovare i dipendenti, e quando li abbiamo trovati si è tutto bloccato. Ora l’umore è a terra e siamo davvero demotivati, entusiasmo non ne abbiamo più, ci sta passando la voglia di fare questo mestiere. Ci troviamo in una situazione di lockdown perenne, perché anche se non siamo chiusi in casa, per noi albergatori è come se lo fossimo». Disdette anche nel comprensorio del Gran San Bernardo, Gioia Brunod, referente Adava della zona e proprietaria dell’Albergo Italia commenta: «Da noi la situazione sembrava meno grave perché lavoriamo prettamente con il turismo italiano, in realtà adesso arrivano le disdette anche qui. Siamo preoccupati perché si sta creando un turismo di “mordi e fuggi”, ovvero massimo di due giorni. Le persone rimangono poco, e poi vi è ovunque una grande incertezza. Poi non mi piace la tempestività con la quale il Governo esce con i decreti, - sottolinea Gioia Brunod - questi provvedimenti non tranquillizzano la clientela e noi non siamo proprio carichi di entusiasmo».
Un po’ più di ottimismo nella vallata di Cogne, anche grazie all’arrivo del reality della BBC a gennaio a Lillaz, che porterà 250 operatori sul territorio. Rémy Herren, referente della zona Aymavilles-Cogne e titolare dell’Hotel Rendez-vous di Aymavilles, commenta: «La nostra è una vallata che sta sentendo meno le cancellazioni perché il turismo straniero è meno presente. Da sempre lavoriamo di più con gli italiani e per questo registriamo meno disdette. Rispetto a Coumayeur e Breuil-Cervinia, dove i grandi tour operator si occupano di riempire gli alberghi, da noi la situazione è sotto controllo. Anche gli italiani però stanno incominciando a cancellare le prenotazioni - sottolinea Remy Herren - e credo che dopo l’8 gennaio ne risentiremo. Per fortuna a gennaio arriverà a Cogne la macchina organizzativa per il nuovo reality della BBC, che ha scelto la nostra località. Questo un po’ ci aiuterà, una vera manna dal cielo». Non risente della crisi Mirco Pellissier, titolare di Case Grand Paradiso e referente Adava per Rhêmes-Notre-Dame, che spiega: «In questo momento non stiamo avendo particolari problemi conseguenti al nuovo decreto sui tamponi per gli stranieri, perché noi abbiamo prettamente una clientela italiana. Non abbiamo avuto nessuna disdetta e tutte le prenotazioni sono confermate».
Il Capodanno dei Jeunes Hôteliers
E come ogni anno, i Jeunes Hôteliers Valdôtains hanno organizzato il «Capodanno dei Jeunes». L’invito, rivolto a tutti i giovani delle strutture associate Adava, è per martedì 11 gennaio 2022 a Chambave al Berceau du Bien-être. I posti, a causa delle restrizioni Covid, saranno limitati, quindi è necessario preiscriversi inviando un’email a giovanialbergatori@adava.it entro lunedì 27 dicembre.