Mercatino di Natale, un’edizione sottotono non solo per il Covid
«Ci sentiamo un po’ abbandonati, lontani dal clamore delle feste natalizie che più verosimilmente si trova al Teatro romano, ambientazione storica e ormai conosciuta di questa manifestazione». Tra gli chalet posizionati in piazza Arco d’Augusto si respira aria di sconfitta. E in effetti il panorama è desolante, con pochi visitatori e i passanti che si dirigono frettolosamente in centro.
Chiara Scandale nello chalet “Pila Snowland”, dedicato alla promozione e alla vendita di biglietti per le piste di Pila, si guarda attorno: «Non è che ci sia molta gente. Mi aspettavo qualcosa di più, invece la situazione è molto calma. Allestire una parte del Mercatino di Natale qui non è stata una buona idea, al limite sarebbe stato meglio scegliere piazza Chanoux».
Invece al Teatro romano, nella postazione “Le Chemin des Thermes” delle Terme di Saint-Vincent, si respira una ventata di ottimismo e Bianca Tartoni riferisce: «Promuoviamo e vendiamo ingressi a prezzi super scontati in occasione del Mercatino di Natale e devo ammettere che sta andando tendenzialmente bene». Tra le varie proposte, tutte molto allettanti, va a ruba quella da 30 euro a coppia invece - che 30 a persona - che può essere utilizzata nei giorni feriali entro 6 mesi dall’acquisto. «C'è comunque molta meno gente rispetto alle edizioni passate e inoltre si fa attenzione a spendere»rileva Bianca Tartoni.
Katia Gini è nello stand “Produit par la Montagne”, dell'azienda Saint Bernard Distillery di Gignod: «Va bene nei fine settimana mentre negli altri giorni i visitatori sono pochi. Tuttavia, considerato il momento che stiamo vivendo, direi che dobbiamo accontentarci. Vendiamo solo distillati di gin con botaniche del Gran San Bernardo oltre al nostro esclusivo genepy, prodotti molto richiesti». Sul banco sono presenti originali confezioni regalo con 2 bottiglie di gin e altrettante tazze colorate con stampato il logo dell'azienda. «I nostri clienti sono sia valdostani che turisti e questo ci rende orgogliosi, pertanto siamo soddisfatti» assicura Katia Gini.
Nella postazione dell’Association Régionale Eleveurs Valdôtains-Arev Gillio Jotaz, padre del titolare dell’azienda agricola di Ollomont Simone Jotaz, commenta: «Va così così, perché mancano gli stranieri nonché i pullman di turisti italiani e questo purtroppo si nota. La ripresa della pandemia di Covid e la crisi economica determinata dall’emergenza sanitaria pesano negativamente. Insomma, la gente ha di nuovo paura». Sul banco Fontina di alpeggio e stagionata di 36 mesi oltre ad altre varietà di formaggi. «Tutto sommato non ci lamentiamo. I prodotti tipici piacciono sempre» sostiene Gillio Jotaz.
A condividere la postazione dell'Arev con lui è Monia Davisod dell'azienda agricola Agri.Mont di Montjovet. In bella esposizione, insaccati che emanano profumi invitanti, mocetta di bovino, salsicce, budini, lardo speziato e salumi. «È il quinto anno che partecipiamo al Mercatino di Natale - racconta Monia Davisod - ma quella di quest’anno è un’edizione “tranquilla” rispetto alle passate. Tanti non sono partiti per le vacanze e poi è stato un grosso sbaglio la divisione del mercatino. Il Covid ha fatto il resto, togliendo quell'atmosfera di gioia natalizia alla gente. Speriamo che in questi giorni le cose cambino».
Nello chalet “Sève Nouvelle” dell’azienda di artigianato locale Lo Peillo di Cristina Borney di Aosta, sono esposti articoli natalizi in legno e ceramica, oltre a simpatici e coloratissimi gnomi in lana. «Non si lavora bene come negli anni passati e purtroppo dobbiamo ammettere che quest'anno il Mercatino di Natale è stato strutturato male. - commenta Monica Moioli - Manca l'artigianato tipico e l'ambiente ha un aspetto freddo. La storia del Covid che tiene lontana la gente è una balla. Quest'anno non ce n'è perché è un mercatino fatto in fretta e furia... Basta dare uno sguardo in giro: hanno tolto la palla luminosa in blu, via la casetta di Babbo Natale dove i bambini portavano le letterine e poi ci sono alberi natalizi buttati qua e là senza nessuna decorazione. No, quest’anno la gente è rimasta delusa. Peccato, un’occasione persa».