Conclusa la campagna di restauro del salone e della «Sala delle teste» al castello Sarriod de La Tour
Al Castello di Sarriod de La Tour a Saint-Pierre si è recentemente conclusa una rilevante campagna di restauro che ha interessato 2 dei principali ambienti del complesso storico, il salone e la cosiddetta «Sala delle teste», e che ha coinvolto pure l’esterno con diversi scavi archeologici, che però non hanno fornito elementi storici rilevanti, al contrario di quanto successo invece all’interno del maniero.
«Le opere di restauro - spiega la direttrice dei lavori, l’architetto Monique Léveque (foto) - sono iniziati nel febbraio del 2020 e successivamente sono stati interrotti fino al giugno scorso a causa della pandemia. Gli ambienti indagati sono stati 2, per l’appunto il salone di rappresentanza e l’attigua “Sala delle teste”. In questi 2 spazi gli interventi hanno interessato, in particolare, le pareti interne, tanto che dopo più di 4.000 ore di lavoro, le superfici perimetrali e il camino monumentale si presentano adesso liberati dalle stratificazioni di secoli, anche piuttosto recenti se consideriamo che il Castello di Sarriod è stato abitato sino agli Venti del Novecento.»
«Perciò - evidenzia Monique Léveque - sono emerse le testimonianze di fasi storiche di-verse, tanto che si è scelto di mantenere tutti i segni e tutte le tracce del passato, che si scorgono attraverso le aperture nella muratura, oppure nei resti evidenti di una scala. Inoltre, tolto lo strato più recente, le decorazioni pittoriche sono state una piacevole scoperta, visto che sono riemerse le pareti affrescate, con decorazioni di epoche diverse e su pareti diverse. Numerosi poi, come era abituale nel medioevo e nell’età moderna, sono i graffiti, molto interessanti sia quelli di solo testo che quelli con i disegni, in particolare uccelli.»
«Oltre a decidere quale strato riportare alla luce - prosegue l’architetto Léveque - bisogna datarli e così ricostruire con senso logico la storia del complesso storico, proprio a seconda di ciò che viene alla luce. Le novità nel complesso di Sarriod sono state parecchie, è il bello dei castelli, in particolare di quelli abitati a lungo. I 2 ambienti oggetto dei lavori condotti dal Consorzio San Luca di Torino erano già visitabili, certo che ora sono ben diversi ed offrono numerose ed interessanti nuove informazioni per i ricercatori e per i visitatori.»
«Il recupero dell’importante camino nella “Sala delle teste” - aggiunge la dirigente regionale Viviana Vallet - ha permesso di dare una nuova corretta omogeneità a questo spazio molto bello, caratterizzato dalla presenza di un soffitto con 171 mensole intagliate, che è il gioiello della visita al Castello di Sarriod, datato 1430 e realizzato da una bottega molto attiva in Valle d’Aosta in quell’epoca, nella quale probabilmente operava il famoso scultore valdostano Jean de Chetro.»
«All’interno del salone di rappresentanza - continua Viviana Vallet - sono riaffiorati gli intonaci delle fasi più antiche di costruzione del maniero. Tra le scoperte più interessanti figura senza dubbio un ciclo decorativo risalente alla metà del 1200, legato alla famiglia Sarriod. Poi si è ritrovata l’impronta di una scala sul muro, che non c’è più ma è come se continuasse a raccontare di sè attraverso la muratura troncata. Pertanto avremo tutta una serie di elementi e di dati che contribuirà a far conoscere meglio il Castello di Sar-riod anche al pubblico.»
Questo progetto ha coinvolto tanti settori ed uffici della Soprintendenza regionale per i Beni culturali in un’operazione davvero corale: dalla progettazione iniziale fino alle fasi conclusive del restauro sono stati interessati sia gli uffici dei beni architettonici che quelli responsabili dei beni storico-artistici e del settore archeologico, così come il laboratorio delle analisi scientifiche.
Conclusa la prima fase dei lavori nel maggio scorso, a ruota sono poi iniziati gli scavi archeologici, che stanno terminando in questi giorni e che hanno riguardato l’interno - il mastio e la stanza adiacente - e alcune aree esterne. «Gli scavi sono funzionali alla comprensione generale del Castello di Sarriod dal punto di vista storico-archeologico ed ai lavori di riqualificazione del percorso museale. - precisa Gabriele Sartorio, archeologo della Soprintendenza, che ne ha la direzione scientifica insieme a Nathalie Dufour - Consentiranno di potere ragionare correttamente sulle modifiche del percorso di visita. Rispetto alle previsioni iniziali, abbiamo acquisito meno informazioni di quante sperassimo, in particolare all’interno, dove precedenti lavori effettuati negli anni Settanta hanno reso difficile l’analisi archeologica. Invece, dallo scavo esterno, sono emerse delle indicazioni interessanti sulle fasi evolutive del complesso, sulla datazione cronologica di tutti i volumi, su quali corpi di fabbrica siano nati per primi e su quali siano invece stati eliminati in epoca più moderna. Abbiamo infine rinvenuto delle tracce, in particolare della ceramica, che testimoniano un’occupazione del sito già in un periodo più antico e precedente al Medioevo.»