La domanda del vescovo Franco Lovignana «Siamo credenti o solo praticanti?»
La chiusura dell’Assemblea diocesana, sabato scorso, 18 dicembre in Cattedrale, è stata il primo passo di un percorso. «Non basta una buona organizzazione per essere Chiesa di Gesù Cristo. - ha spiegato il vescovo Franco Lovignana durante l’omelia - Non pensiamo, dunque, di essere arrivati al capolinea e non riponiamo la speranza di futuro e di vita nelle strutture delineate. Per questo, pur raccogliendo le istanze dell’Assemblea oggi formalizzate, desidero rilanciare con una domanda provocatoria, un’esortazione a volare alto e un invito alla conversione. Domanda, esortazione e invito che rivolgo innanzitutto a me stesso. L’edificio organizzativo che cercheremo di costruire poggia su un fondamento solido? Siamo credenti o solo praticanti? Non è una domanda retorica e vorrei che tutti noi - io e voi, preti, diaconi, consacrati, laici, famiglie - la portassimo a casa stasera con sana inquietudine».
Una lunga riflessione
Il discernimento, la lunga riflessione che si è intensificata negli ultimi mesi, parte da lontano. Le omelie di monsignor Franco Lovignana sono ponderate, scritte, meditate, e ogni volta che ci sono le condizioni per farlo si incontra il vescovo davanti all'ingresso della Cattedrale, per salutare i fedeli che si affrettano a prendere posto nelle celebrazioni solenni: è a ciascuno dei presenti che si indirizzano parole mirate, contestualizzate, così come sono attente alle richieste del momento anche le lettere pastorali, precise nel seguire il solco tracciato dal Papa e sollecite nel richiamare i valdostani agli obiettivi cristiani, così come richiede il documento ufficiale del vescovo che traccia le direttive per l'anno pastorale.
La prima Lettera, per l'anno 2012-2013, si intitola «Vivere la bellezza e la gioia di essere Cristiani!» e suggerisce momenti, personali o condivisi, «Per riflettere, per pregare, per riordinare pensieri e propositi, forse anche per decidere un'opera di carità un po' più impegnativa». L'anno dopo si affaccia già la necessità di ripensare la Diocesi: «L’organizzazione ecclesiale è al servizio della vita cristiana e dell’annuncio del Vangelo oggi. - scrive Franco Lovignana - Ognuna delle nostre parrocchie ha una storia, antica o recente, sempre radicata nel cuore e nella vita delle persone. Ogni parrocchia ha la sua identità ed è portatrice di tradizioni e di opere. Questa realtà è bella e va rispettata».
Prima di tutto, le relazioni
Di anno in anno si costruisce un percorso che oggi porta ad una nuova visione della Diocesi: «Dobbiamo curare di più le relazioni all’interno delle comunità», scrive nel 2014, e negli anni successivi «L’anno santo (2015-2016) ci invita a prenderci cura della nostra interiorità e a fare una sincera revisione di vita per mettere ordine e ridare il giusto posto ad ogni cosa e ad ogni relazione, a partire dalla relazione delle relazioni, quella con Dio», nel 2016 la raccomandazione è coltivare sinodalità, curare la famiglia, vivere la misericordia come partecipazione alla vita sociale. L’assemblea dei consigli pastorali parrocchiali del 25 marzo 2017 offre nuovi spunti: «Dall’assemblea viene un appello fortissimo - scrive Franco Lovignana - a non abbandonare l’attenzione alla cura per le relazioni, richiamata tante volte in questi anni. Non si abitano solo i luoghi - la casa, il territorio, la Valle, il Paese -, ma soprattutto e innanzitutto le relazioni», la «via nuova» è precisata nel 2018 e ribadita nel 2019 nel senso della «missione»: tra le due Lettere, nella celebrazione del primo giorno dell'anno, arriva il richiamo a «dare un contributo alla buona politica, dove per "politica" intendo non necessariamente l'impegno in un partito o nella candidatura ad una elezione, ma proprio quel fare politica che caratterizza il giudizio e l'azione di ogni buon cittadino nella vita di tutti i giorni». La lettera per il 2020-2021 è forse la più faticosa, è la lettera della pandemia, scritta dopo un periodo di totale chiusura, di lontananze, di tecnologie che rendono complesse le relazioni: «Si è spezzata l’immagine dell’uomo che noi occidentali ci siamo costruiti: onnipotente. - scrive il Vescovo, facendosi portavoce di tanti pensieri - Abituati a correre, ci siamo dovuti fermare. Dedichiamo i prossimi due anni all’Eucaristia - aveva già annunciato - Lo facciamo raccogliendo anche le eredità positive che il confinamento ci ha lasciato». E così la famiglia, la comunità cristiana, si riunisce attorno alla mensa, l'Eucaristia, per una nuova «ecologia cristiana».
Il lavoro da fare
Per i suoi primi 10 anni di episcopato, al termine della Messa di sabato, il vescovo Franco Lovignana ha ricevuto una casula ricamata dalle suore di Saint-Oyen e i ringraziamenti per le sue parole di sostegno e anche i suoi richiami, sempre gentili ma fermi. Ancora una volta il suo richiamo è personale: «Alla fine dell’Assemblea torna forte per ciascuno di noi l’invito alla conversione personale e comunitaria, l’una intrecciata con l’altra. - ha concluso - Accenno ad alcune conversioni più volte richiamate nei tavoli che ci hanno riuniti: ascolto della Parola di Dio; preghiera e vita sacramentale; attenzione alle persone e cura delle relazioni, in particolare nel tessere rapporti nuovi di collaborazione tra laici e preti; valorizzazione del laicato, delle famiglie, dei giovani e di tutti i ministeri e carismi; potenziamento della formazione».
Natale, i prossimi appuntamenti
Dopo la Novena dedicata ai giovani, pubblicata online ogni giorno sul canale YouTube PGAosta della Pastorale giovanile, e in presenza i Vespri a Santo Stefano, le parrocchie del Centro si ritrovano - oggi venerdì 24 - per la preparazione al Natale in Cattedrale, dove le confessioni proseguono fino alle 21.50. Alle 22 si celebra la Messa della notte di Natale, al termine della quale verrà svelato il presepe. Il giorno di Natale gli orari delle messe saranno quelli consueti della domenica: 7.30, 10.30 (presieduta dal Vescovo) e 18. Domenica 26 si celebra alle 10.30 a Santo Stefano la Messa per la festa patronale, mentre alle 20.30 in Cattedrale c’è la veglia di preghiera per le famiglie in Cattedrale «Famiglie e eucaristia, sacramento d’amore per il mondo». Prosegue la raccolta alimentare per tutto il periodo natalizio: si possono portare in chiesa, nell’apposito contenitore, generi alimentari a lunga conservazione (olio, latte, riso, pasta, tonno, pelati, legumi, biscotti) che serviranno per aiutare le più di 60 famiglie seguite dalla Caritas interparrocchiale.