Coldiretti: “Senza misure di contenimento rischio di trasmissione di malattie”
«Una situazione preoccupante». Così la Coldiretti commenta in una nota la recente rilevazione del parassita trichinella in un cinghiale abbattuto durante un’attività di caccia in Valle d’Aosta. «Se registrassimo una crescita di cinghiali sul nostro territorio, come già ci segnalano alcuni soci della Bassa Valle alle prese con un aumento dei danni alle colture, sarebbe in pericolo non solo l’equilibrio ambientale, ma anche la salute dei cittadini per la diffusione di malattie infettive batteriche all’uomo» sottolinea Alessio Nicoletta, presidente di Coldiretti VdA. «In Italia numerosi studi hanno dimostrato la presenza, nel sangue di diverse popolazioni di cinghiali, di anticorpi per virus a carattere zoonosico, ovvero di quelle malattie infettive che possono essere trasmesse dagli animali all’uomo. - prosegue Coldiretti - Il parassita della trichinella è in grado di infestare mammiferi, uccelli e rettili e può interessare anche l’uomo e i suoi animali da compagnia. Da un’indagine condotta in Italia da Coldiretti/Ixè, inoltre, si evidenzia come siano, in primis, i cittadini ad essere spaventati dalla presenza dei cinghiali: oltre 6 italiani su 10 hanno paura dei cinghiali e quasi la metà non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata da questi animali. Una situazione preoccupante al punto che più di 8 italiani su 10 pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti incaricando personale specializzato». «E’ necessario che la Valle d’Aosta ponga la massima attenzione sul tema e metta in atto tutte le misure per contenere il numero dei cinghiali e per procedere a maggiori controlli a tutela della salute di tutti» conclude Elio Gasco, direttore di Coldiretti VdA.