Ricorso in Cassazione contro l’assoluzione di Marco Sorbara
Ricorso in Cassazione per l'assoluzione in Appello dell'ex consigliere regionale Marco Sorbara, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa nell'ambito del processo Geenna sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Valle d'Aosta. A presentarlo è stato il procuratore generale di Torino Giancarlo Avenati Bassi. In primo grado era stato condannato a 10 anni di reclusione. Analogo provvedimento è stato adottato dalla Procura generale per il titolare della Pizzeria La Rotonda di Aosta Antonio Raso. In secondo grado, il ristoratore è stato assolto dal capo di imputazione di scambio elettorale politico-mafioso aggravato con Marco Sorbara. L'imputato è stato condannato così a 10 anni, contro i 13 anni di primo grado, per l'accusa di associazione mafiosa. Hanno fatto ricorso in Cassazione, oltre al difensore di Antonio Raso, anche quelli degli altri tre imputati, tutti condannati dai giudici di Appello così come da quelli di primo grado. Si tratta dell'ex consigliere comunale di Aosta Nicola Prettico e dell'ex dipendente del Casinò di Saint-Vincent Alessandro Giachino, condannati entrambi a 8 anni per l'accusa di associazione mafiosa, dell'ex assessora comunale di Saint-Pierre Monica Carcea, alle quali sono stati inflitti 7 anni, accusata di concorso esterno in associazione mafiosa. Gli imputati, anche durante il dibattimento, hanno sempre respinto le accuse. Ora la Cassazione dovrà fissare la data dell’udienza. L’avvocato Sandro Sorbara, fratello e difensore di Marco Sorbara, dichiara: «Sono sconcertato per questo ricorso di fronte a una sentenza di assoluzione granitica e dettagliata. Sembra propsio un accanimento processuale». I giudici della Corte d'Appello di Torino - il presidente Mario Amato con i consiglieri Roberto Cappitelli e Ilaria Guariello - nelle 640 pagine di motivazioni della sentenza di secondo grado del processo Geenna in merito alla posizione di Marco Sorbara hanno scritto che «Nessun asservimento nelle funzioni pubbliche esercitate alle esigenze del clan risulta dimostrato».
Nelle motivazioni, i giudici sottolineano inoltre che Marco Sorbara «Non è un politico social, ma un politico abituato a relazionarsi con la gente comune, a fare politica porta a porta, probabilmente teso anche oltre l'obiettivo di diventare quel campione “della calabresità”, a cui mostra comunque di tenere parecchio». E perciò proprio «Questa sua impostazione tradizionale, oltre che il consolidato rapporto personale con Antonio Raso, lo portano a essere un frequentatore abituale del Ristorante La Rotonda» di cui Antonio Raso è titolare.