Delitto Serban, perizia psichiatrica per l’uomo accusato dell’omicidio
Riprenderà lunedì prossimo, 20 dicembre, il processo iniziato mercoledì 1° dicembre in cui è imputato Gabriel Falloni, 36 anni, originario di Sassari, reo confesso dell'omicidio di Elena Raluca Serban, 32 anni, di origine romena, uccisa sabato 17 aprile nell’appartamento che aveva affittato in viale Partigiani ad Aosta. Il procedimento giudiziario si celebra davanti alla Corte d’Assise e il collegio, presieduto dal presidente del Tribunale Eugenio Gramola, composto da 2 giudici togati e 6 popolari.
I pm Luca Ceccanti e Manlio D’Ambrosi accusano Gabriel Falloni dell’omicidio volontario di Elena Raluca Serban, con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di rapinarla.
Nella prossima udienza sarà sentito l’imputato e verrà affidata la perizia psichiatrica - chiesta e ottenuta dalla difesa -, che dovrà chiarire se Gabriele Falloni fosse in grado di intendere e di volere al momento del delitto e se l’uomo sia socialmente pericoloso. Secondo i suoi legali, l’imputato, che rischia l’ergastolo, avrebbe già manifestato nelle passate esperienze carcerarie alcuni problemi di tipo psichiatrico, così come sarebbero emerse, durante il periodo scolastico, questioni comportamentali. La madre e la sorella della vittima si sono costituite parte civile.
In base alla ricostruzione degli inquirenti, Gabriel Falloni avrebbe prima strangolato Elena Raluca Serban e poi l'avrebbe finita con una coltellata alla gola. Il 36enne sardo aveva fissato un appuntamento con la donna dopo aver trovato il suo numero di telefono su un sito di annunci per escort. Prima della confessione, a incastrarlo erano stati i tabulati telefonici e le riprese delle telecamere di videosorveglianza del condominio. L'uomo, una volta commesso l'omicidio, era fuggito a Genova con 8mila euro sottratti alla vittima. Soldi che avrebbe usato per gli spostamenti dopo il delitto, per pagare l’affitto di casa, per acquistare e inviare 2 cellulari alle sorelle in Sardegna e per un’offerta in chiesa. L’uomo era stato individuato e arrestato dalla Polizia al suo rientro a Nus, dove abitava in località Marsan.