Michela Cane all’École nationale supérieure des arts visuels de La Cambre a Bruxelles

Michela Cane all’École nationale supérieure des arts visuels de La Cambre a Bruxelles
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Un anno negli Stati Uniti, uno in didattica a distanza ad Aosta, poi il brillante diploma al Liceo artistico e la nuova partenza. Questa volta Michela Cane di La Thuile ha «spiccato il volo» verso nord, dove è stata ammessa alla rinomata École nationale supérieure des arts visuels de La Cambre a Bruxelles.

«A fine agosto ci siamo presentati in cinquanta alle selezioni - racconta - e dopo una settimana siamo stati ammessi in dieci. E’ stata molto dura, mai mi sarei aspettata di superare l’esame di ammissione».

Michela Cane ha ben chiaro il suo obiettivo: la fotografia, anzi il fotogiornalismo. «L’esperienza negli Stati Uniti - continua, ricordando l’anno trascorso a Kansas City - mi ha insegnato che è sempre meglio cambiare, è sempre meglio partire, per valorizzare ciò che si ha nel proprio villaggio, ad esempio a La Thuile: è qualcosa che dopo che non vedi per tanto tempo ti manca, perché inizi a dare valore a quello che hai, le amicizie, la famiglia, l'Italia, i nostri paesaggi stupendi. Sono tutti tesori di cui ti rendi conto quando passi del tempo lontano da casa».

Il quarto anno delle scuole superiori trascorso all’estero non è da paragonare alla scelta di una nuova professione: «Abbiamo iniziato i corsi. - spiega Michela Cane - Esco di casa anche alle 5 del mattino per fotografare la città: diciamo che pratico soprattutto la “Street Photography”. Volevo studiare fotografia in una scuola che mi fornisse anche il certificato della triennale, riconosciuto dal Ministero dell'istruzione, dell'Università e della Ricerca. Ho preso in esame alcune scuole, le migliori in Europa, la scelta è caduta su questa e sono stata ammessa. Quindi ho scelto la città, non avevo deciso per Bruxelles ma ne sono molto contenta, anche per l’opportunità di conoscere luoghi e lingue nuove».

Lasciate le macchine fotografiche a pellicola di famiglia, è partita con la sua Fujifilm XT3, comprata con i primi soldi guadagnati. «Purtroppo me l’hanno rubata in un locale, qualche settimana fa, - confida Michela Cane - la grande città è anche questo. Sto monitorando i siti internet per vedere se qualcuno cerca di rivenderla».

Intanto prosegue l’esperienza coinvolgente a La Cambre, che sorge in una antica abbazia cistercense. Fondata nel 1926 da uno dei più importanti impressionisti del Belgio, l’architetto e designer, Henry Van de Velde, la scuola di arti decorative offre oggi una formazione aperta e multiforme.

«Fra poco ci saranno i primi esami. - continua Michela Cane - Ogni mese abbiamo nuovi progetti fotografici da realizzare e lavoriamo anche in studio, in gruppo perché bisogna essere molti per muovere tutte le luci e i flash. Al momento frequento uno stage interno, la nostra scuola propone molti atelier differenti, in modo che ogni alunno abbia una conoscenza artistica il più ampia possibile. Serve anche per capire dov’è il limite, cosa si può creare unendo differenti punti di vista e lavorando con qualcosa che non è il tuo ambito. Sto seguendo “Stylisme” e non ho mai cucito in vita mia».

Le esperienze, artistiche, culturali, umane, si moltiplicano. «Il bello di Bruxelles, - conclude Michela Cane - è che è una città immensa da cui si possono raggiungere molti altri posti interessanti: la Germania, la Spagna, Parigi, soprattutto per visitare mostre e altre proposte artistiche. Rientrerò a casa per Natale e poi in estate. Anche se il rapporto con la famiglia è buono, sento che mi fa stare meglio viaggiare, staccarsi, imparare cose nuove da sola, poter seguire il mio obiettivo personale». I suoi viaggi e il suo percorso si possono seguire sul profilo Instagram @michelaacane.

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