Travolto e ucciso da una valanga mentre scia fuoripista in un canalone

Travolto e ucciso da una valanga mentre scia fuoripista in un canalone
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La Procura di Aosta ha aperto un’inchiesta dopo aver concesso il nullaosta per i funerali di Lorenzo Bonafè, 25 anni, di Milano travolto e ucciso da una valanga. La tragedia si è verificata alle 13.10 di martedì scorso, 7 dicembre, a 2.200 metri di altitudine, nella zona del Piccolo San Bernardo, in un canale a Fourclaz di La Thuile. La vittima era con 2 amici in una parte del comprensorio non aperta al pubblico. Assieme erano saliti in quota con gli impianti di Chaz Dura. La slavina ha travolto Lorenzo Bonafè e un altro ragazzo mentre stavano sciando fuori pista lungo il canalone. Una parte del pendio, instabile per la neve "ventata" che si era accumulata nelle ore precedenti, ha iniziato a scivolare verso valle, investendo entrambi. L'amico se l'è cavata con alcune ferite, riuscendo a uscire da solo dalla massa di neve prima che giungessero i soccorsi. A dare l’allarme è stata la terza persona che era con loro. Gli uomini del Soccorso Alpino Alpino Valdostano hanno perciò iniziato le ricerche del 25enne che non aveva l’Artva. Il ritrovamento di un bastoncino e di altra attrezzatura da sci ha portato i soccorritori nel punto dove Lorenzo Bonafè era sepolto. Lo hanno trovato e recuperato sotto circa 80 centimetri di neve. Immediato il trasferimento in elicottero all'Ospedale regionale “Umberto Parini” di Aosta, dove lo sciatore è arrivato in condizioni disperate. I medici lo hanno intubato e hanno cercato invano di rianimarlo per oltre un'ora. Poco dopo le 17 è stato dichiarato il decesso. Le indagini sono affidate agli agenti del Servizio di Sicurezza e Soccorso sulle piste da sci della Polizia di Stato. Dovranno ricostruire i dettagli della tragedia che nel giorno di Sant’Ambrogio ha strappato all’affetto dei suoi cari Lorenzo Bonafè - Bonni o Bona per gli amici - che aveva studiato al Liceo classico milanese “Cesare Beccaria”, era un tifoso milanista e amava stare all'aria aperta. Sui social si sono moltiplicati i messaggi di cordoglio: «Nella disgrazia, almeno i familiari possono trovare conforto nel fatto che se n'è andato facendo qualcosa che gli piaceva» scrive qualcuno. Ma in molti commenti il dolore si mescola alla rabbia per «Una tragedia assurda, che si sarebbe potuta evitare». Numerosi gli utenti che sottolineano che «La montagna va rispettata, altrimenti anno dopo anno continueremo ad assistere a questi terribili episodi» e che «Spezza il cuore vedere stroncata una vita così giovane per un'imprudenza». Alle operazioni di soccorso hanno partecipato anche i pisteurs secouristes delle Funivie del Piccolo San Bernardo e i militari del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Entrèves. Quella che ha provocato la morte del 25enne milanese è la seconda tragedia della montagna in Valle d’Aosta nel giro di pochi giorni. La prima si era verificata lunedì 29 novembre ed è costata la vita a Leandro Pession, 58 anni, di Valtournenche, dipendente della Cervino spa addetto al soccorso sulle piste da sci. L'incidente è avvenuto nei pressi della sciovia Grand Sommettaz, a oltre 3.000 metri di quota, mentre l’uomo stava svolgendo dei controlli sulle piste. Anche in questo caso la Procura ha aperto un’inchiesta per verificare eventuali responsabilità per l’accaduto.

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