Pd: timone (e polemiche) a Luca Tonino

Pd: timone (e polemiche) a Luca Tonino
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Ritrovare l’unità nel partito, confermare e consolidare l’alleanza con gli autonomisti, e rimarcare il concetto che l’unico nemico è il centro destra. Sono state queste le tematiche di cui si è parlato al congresso straordinario del Partito Democratico della Valle d’Aosta, martedì scorso, 7 dicembre, all’Hotel Etoile du Nord di Sarre. Appuntamento che ha visto l’elezione a segretario di Luca Tonino e al quale era presente anche l’ex segretaria Sara Timpano, l’ultima prima del commissariamento affidato a Umberto D’Ottavio. «Dobbiamo tornare a vivere il nostro partito come una comunità al servizio della comunità» ha commentato dal palco il neosegretario. «Il Pd deve tornare ad essere nucleo di aggregazione del centro sinistra, e come sta succedendo a livello nazionale con il Movimento 5 stelle, dobbiamo creare una larga coalizione che qui includa gli autonomisti per tenere lontana la pericolosa destra populista. Non è più tempo di scissioni, - ha sottolineato Luca Tonino - chi intende limitarsi alla mera testimonianza non ci interessa, perché significa riconsegnare la nostra regione al centro destra, che ha già dimostrato di non saper governare». Non sono poi mancate le «stoccate» a Erika Guichardaz e Chiara Minelli. «La scissione con Pcp è stata dolorosa, vorrei ricordare agli amici di centro sinistra che ora stanno all’opposizione che possono tranquillamente criticare il Pd, ma ogni tanto che si ricordino anche di attaccare il centro destra, perché non siamo noi gli avversari da battere. Come diceva Enrico Berlinguer, ci si salva e si va avanti se si lavora insieme non uno per uno» ha concluso Luca Tonino. Dopo il discorso del neosegretario è stato il turno del presidente della Regione Erik Lavevaz, ospite del congresso: «Sono stato anche io presidente del mio movimento e non c’è esperienza più bella che si possa fare nella vita, spero che Luca Tonino, come ho fatto io, riesca a far ritrovare la dignità al suo partito». Cristina Machet, presidente dell’Union Valdôtaine, ha rilevato: «Il mio movimento nasce nel 1945 dalle ceneri della resistenza, e le nostre ideologie sono vicine, ce lo insegna la storia. L’Union crede in questa alleanza tra sinistra e autonomisti perché siamo vicini non solo con il pensiero, anche con il cuore. Il Partito Democratico poi - ha sottolineato Cristina Machet - anche a livello nazionale ha sempre dato importanza alla nostra causa e al nostro particolarismo. Cercheremo anche noi di supportare le vostre battaglie».

Archiviato il congresso, non sono mancate le critiche da parte degli ex come Raimondo Donzel, che sulla sua pagina facebook ha scritto: «Il Pd della Valle d’Aosta è diventato una succursale dell’Uv e non lo nasconde neppure. Con la scusa di non far governare la Lega, - scrive ancora Raimondo Donzel - permette agli autonomisti di continuare la politica clientelare, di favoritismi e interessi lobbistici che nulla ha di progressista e di sinistra. La “benedizione romana” degli esponenti nazionali non nobilita la scelta, la rende solo più patetica e paradossale». Secondo l’ex piddina e consigliera regionale Erika Guichardaz «È il primo congresso del Pd a cui non partecipo perché vi sono grandi assenti idee, valori e regole, indispensabili per qualsiasi mio impegno e, guardando dall’esterno, ho fatto la scelta giusta. La mozione del segretario è vuota - scrive ancora Erika Guichardaz - parla di aggregare le forze di centro sinistra, ma oltre a non invitarle al congresso, non si capisce su temi come ospedale, contrasto alla povertà, discariche, cime bianche, lavoro e ferrovia quali siano le proposte. Chissà se Letta che guarda alla Valle tutte queste cose le conosce».

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