“La Fontina prodotta in montagna è migliore per la salute” Uno studio associa l’altitudine alla presenza di Omega3

“La Fontina prodotta in montagna è migliore per la salute” Uno studio associa l’altitudine alla presenza di Omega3
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Nell’ambito della giornata di premiazione del concorso Modon d’Or di lunedì scorso, 6 dicembre, al Forte di Bard (si veda articolo in basso), nel pomeriggio si è tenuta una tavola rotonda dal titolo “Estrema d’alpeggio-L’eccellenza più alta d’Europa”, un’iniziativa organizzata dall’Associazione regionale proprietari d’alpeggio Valle d’Aosta - Arpav, costituitasi nel 2016 e presieduta da Bernard Clos.

“Estrema d’alpeggio Fontina Dop” è un progetto finanziato dal Gal Valle d’Aosta nato nel 2019 per promuovere la Fontina Dop prodotta d’estate in alpeggio, secondo quanto è scritto nel disciplinare dell’Arpav. Quella che è definita “l’Eccellenza più alta d’Europa” deve essere prodotta esclusivamente con latte di bovine di razza valdostana che si nutrono rigorosamente di erba fresca, senza alcun tipo di integrazione a base di mangime, con l’utilizzo esclusivo di fermenti dell’Institut agricole régional di Aosta.

«Fare un buon lavoro significa fare un buon prodotto. - ha esordito Bernard Clos - Il che significa della buona Fontina, che deve portare il corretto guadagno a chi la produce e avere il giusto prezzo sul mercato. Ci dobbiamo adoperare per valorizzare sempre più il nostro prodotto di eccellenza e il nostro territorio».

Oltre a Bernard Clos, l’evento di Bard ha visto la partecipazione di una serie di relatori: il direttore dell’Association Régionale Eléveurs Valdôtains Edi Henriet, il presidente del Consorzio per la tutela della Dop Fontina Andrea Barmaz, il ricercatore dell’Institut agricole régional Mauro Bassignana, l’agronomo Carlo Francesia, il consigliere regionale Dino Planaz nelle vesti di allevatore ex presidente dell’Arev, il professor Sergio Chiesa esperto di alimentazione, Stefano Lunardi dell’azienda Erbavoglio e il presidente del Gal Valle d’Aosta Alessandro Giovenzi.

«L’impatto dell’attività zootecnica sul territorio è fondamentale perché nel tempo ha mantenuto un’invidiabile vitalità e ha vissuto una forte trasformazione che, da un punto di vista tecnico, ha portato a un modo diverso di stabulazione degli animali, a ristrutturare le casere. - ha sottolineato Edi Henriet - Un percorso finalizzato, soprattutto, a migliorare la salubrità delle strutture negli alpeggi e il benessere animale. È da questo tipo di allevamento e di sfruttamento dei pascoli che nasce un prodotto dalle peculiarità uniche come la Fontina Dop d’alpeggio».

«La bellezza delle praterie alpine non è solo estetica ma anche salute. - ha rimarcato Sergio Chiesa - Più le erbe sono in alto ed esposte al freddo maggiore quantità contengono di Omega3, che sono trasformati dalle mucche e trasferiti al latte e di qui al formaggio. Dal punto di vista medico gli Omega3 e l’acido linoleico, un grasso indispensabile al mantenimento in buona salute dell’organismo, sono contenuti nelle erbe di montagna e, secondo un importante studio scientifico del 2004, devono essere considerati utili rimedi per le malattie cardiocircolatorie».

Numerosi i politici present alla tavola rotonda: oltre all’assessore all’Agricoltura e Risorse naturali Davide Sapinet e a Dino Planaz, l’assessore allo Sviluppo economico, Formazione e Lavoro Luigi Bertschy, Albert Chatrian, Giulio Grosjacques e Corrado Jordan. Il grido d’allarme per una maggiore valorizzazione e promozione del prodotto da parte degli allevatori produttori di Fontina Dop comincia a preoccupare davvero la politica valdostana?

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