“Stop alla rendicontazione per i caregiver familiari”: la richiesta di Confad

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Il Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità si fa sentire anche in Valle d'Aosta, per attirare l'attenzione sulla figura del “caregiver familiare”, cioè il familiare che rinuncia a tutto per seguire il parente disabile. «Sono reggente regionale da più di 10 anni - spiega Corrado Adamo - e finora Confad ha gestito soprattutto iniziative a livello nazionale, chiedendo più sensibilità nei confronti delle famiglie in cui ci sono persone con disabilità gravi o gravissime. I casi sono molto diversi tra loro, ma ora ci si muove tutti allo stesso modo: anche noi in Valle d'Aosta, come nelle altre regioni, abbiamo presentato in tribunale l'istanza preparata dall'avvocato Laura Andrao dell’area legale Confad. Chiediamo l'esonero dalla rendicontazione qualora l'amministratore di sostegno o tutore sia un caregiver familiare. Il familiare che si occupa a tempo pieno della persona con disabilità, se ne è anche tutore deve rendicontare ogni anno come gestisce il patrimonio della persona con disabilità, conservare gli scontrini, tenere conto dei sussidi, dimostrare gli acquisti, per i quali i contributi in genere non bastano. Gli acquisti possono comprendere medicine, vestiti, servizi sociali, oppure un'auto adatta ad una carrozzina o uno speciale sedile ruotante per far salire o scendere la persona disabile. Come area legale Confad, l'avvocato ha già vinto diverse cause, con giudici tutelari, perché questa incombenza possa essere evitata quando è il familiare ad occuparsene. Pensiamo sempre che se queste figure dovessero essere istituzionalizzate, le risorse pubbliche, in termini di persone e di denaro, non ci sarebbero». Tra le battaglie portate avanti da Confad vi sono anche quelle che tutelano il familiare caregiver. «Questa figura è diversa dalla persona con disabilità - continua Corrado Adamo - ma con essa costituisce un'unica entità: rinuncia al lavoro, alle proprie esigenze, che sia andare dal parrucchiere o prenotare una visita medica per sé. Una delle nostre richieste è la possibilità di prepensionamento, perché quando la persona disabile viene a mancare, il familiare che se ne è occupato a tempo pieno difficilmente riesce a rientrare nel mondo del lavoro. Tra i caregiver familiari c'è chi parla, si confronta, trova le informazioni, e chi invece implode, si annulla, e spesso non sa quali sono i servizi. Ci muoviamo per loro, ci rivolgiamo a loro per avere sostegno e aiutarci a vicenda. Vogliamo raggiungere chi è stanco e invisibile». Per mettersi in contatto con il referente regionale Confad Corrado Adamo si può scrivere un'email a valledaosta@confad.eu.

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