«Aumento dei costi dell’energia e delle materie prime: l’Europa affronti il problema per favorire la ripresa»

«Aumento dei costi dell’energia e delle materie prime: l’Europa affronti il problema per favorire la ripresa»
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La nostra economia sta faticosamente cercando di ripartire ma famiglie e imprese affrontano ancora delle grosse difficoltà. Tra queste il non trascurabile aumento delle bollette e delle materie prime in generale. «Uno dei temi più urgenti che dobbiamo affrontare in materia di sviluppo e ripresa è il vertiginoso rincaro delle bollette di energia elettrica e gas», conferma il deputato europeo del Gruppo Identità & Democrazia, Alessandro Panza (nella foto).

Parliamo delle bollette di luce e gas: ci arriverà una bella batosta?

«Le previsioni fatte dal Ministero dell’Ambiente sono di un aumento stimato addirittura del 40 per cento, imputabile a due fattori principali: l’aumento del costo dei permessi di emissione di CO2 acquistati dalle imprese per applicare la transizione energetica, che ci siamo impegnati a realizzare con l’Europa per contrastare il cambiamento climatico, e dall’incremento del prezzo delle risorse fossili e in particolare del gas che importiamo, da cui dipende una grande parte del nostro sistema energetico».

Cosa possiamo fare per superare questa situazione?

«E’ quindi fondamentale pianificare strategie e risorse sul lungo periodo: l'Italia compra l'energia elettrica dagli altri Paesi strapagandola, dobbiamo trovare alternative valide che consentano al Paese di affrontare con competitività la produzione e senza piegare i cittadini al giogo del caro-energia. In Europa ci sono 126 centrali nucleari. Matteo Salvini è tornato a parlare di nucleare che non è più quello del disastro di Chernobyl ma un’energia sicura, pulita e a impatto ambientale zero. Qualunque siano dobbiamo pensare ad alternative valide, competitive e dobbiamo farlo in fretta».

Un altro tema assolutamente conseguente al rincaro dell’energia e che necessita di soluzioni tempestive è l’aumento dei costi delle materie prime.

«Che l’Europa non sta affrontando risolutivamente né sta adottando misure di compensazione per le nostre industrie. Stiamo assistendo a un sempre più rilevante rincaro dei prezzi di acquisto delle materie prime indispensabili a tutti i livelli, dall’edilizia, dove rende insostenibili per le aziende i costi preventivati, che erano stati definiti con prezzi inferiori, tanto che troviamo bandi di appalto deserti e commesse che non sono più economicamente sostenibili. Ma parliamo di tutta la filiera: metalli, legname, ferro, grano, pensiamo alla carenza di chip per l’elettronica, materie prime indispensabili trasversalmente alle linee produttiva di tutta la nostra industria che per una serie di fattori legati alla pandemia di Covid-19 hanno impattato sull’approvvigionamento delle materie prime generandone una grave penuria».

Come l’Unione europea potrebbe e dovrebbe affrontare questi problemi?

«L’Europa invece di perdere tempo in inutili cacce alle streghe o inseguendo utopie irrealizzabili si concentri sulla realizzazione di un meccanismo di sicurezza contro il rincaro delle materie prime e inizi un processo di allontanamento dalla dipendenza cinese».

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