Teatro Giacosa, per la gestione il Comune chiederà una manifestazione di interesse alle associazioni

Teatro Giacosa, per la gestione il Comune chiederà una manifestazione di interesse alle associazioni
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Per quanto riguarda il futuro del Teatro Giacosa e del Café du Théâtre, il Comune di Aosta proporne l’idea innovativa di una “gestione comunitaria”. Dopo la rinuncia di Domenico Cavallaro, titolare della Birreria Al Birrificio che aveva vinto l’appalto, il sindaco Gianni Nuti ha lanciato questa proposta, chiamando a raccolta la sera di venerdì scorso, 12 novembre, proprio al Giacosa, tutte le associazioni culturali e di volontariato della città. «È un progetto creativo, e penso che sia giusto osare e fare qualcosa di nuovo, perché altrimenti ricalcheremo sempre i passi che sono già stati compiuti in passato» commenta il sindaco di Aosta Gianni Nuti. «Questo non significa che se ci renderemo conto che la cosa non sarà praticabile non cercheremo un gestore - sottolinea Gianni Nuti - ma penso che sia giusto provarci, e credo che non sarà una tragedia se questo tentarivo non si realizzerà». Per il sindaco di Aosta Gianni Nuti un privato avrebbe un rapporto freddo con il territorio e aprirebbe il teatro solamente per gli eventi, mentre così si darebbe modo a tutte le associazioni di Aosta di esprimersi, con anche uno scambio su tutto il territorio nazionale. «A me questa idea piace: noi offriamo uno spazio, paghiamo la luce, il gas e la manutenzione straordinaria, e il rischio imprenditoriale sarà ragionato con le associazioni che avranno come sola spesa le questioni organizzative» chiarisce il sindaco Gianni Nuti. Dello stesso avviso Alessandro Stevanon, regista ed esperto di eventi in Valle d’Aosta nonché direttore artistico di diverse manifestazioni culturali, che commenta: «La proposta del sindaco Nuti è stimolante, ma bisogna vedere come le associazioni aostane risponderanno. Sicuramente il concetto che la cultura e le manifestazioni si debbano basare sulla collaborazione non sono degli addetti del settore, ma anche del volontariato e del sociale, è innovativo». Secondo Alessandro Stevanon, quindi, l’appello del sindaco Gianni Nuti si sposa già con una filosofia che lui adotta da diverso tempo nell’organizzazione dei suoi eventi in Valle d’Aosta. «La difficoltà sarà nel mettere d’accordo diverse anime di varie discipline - osserva Alessandro Stevanon - perché la sfida più grossa sarà quella di trovare una strategia comune, a prescindere o meno della riuscita della proposta. Fuori Valle, ci sono esempi di esperienze simili riuscite, dunque la cosa è fattibile». Particolarmente entusiasta Andrea Damarco, direttore artistico dell’associazione Replicante Teatro, che evidenzia: «L’invito del Sindaco è stato accolto da noi a braccia aperte e ora bisognerà solo capire quali saranno le modalità per riuscire a mettere insieme un “transatlantico” del genere». Per Andrea Damarco, se si riuscisse a dare corpo a questo progetto, le associazioni culturali di Aosta avrebbero una grande occasione. «Trento e Bagheria sono un esempio dove teatri, con l’aiuto del Comune, - continua Andrea Damarco - sono diventati spazi in si può co progettare e convivere. Credo che questa possibilità sia interessante per vedere di fare qualcosa tutti insieme ma non voglio cedere al buonismo, perché bisogna vedere anche se Aosta è matura per un’esperienza simile. Questa proposta richiede maturità e pazienza, ma soprattutto, riusciremo a misurare Aosta dal punto di vista sociale e culturale». Contrario al progetto, il coordinatore aostano di Fratelli d’Italia ed ex consigliere comunale Lorenzo Aiello, che commenta: «La non attrattività imprenditoriale del Giacosa è una bugia del sindaco Nuti, e poi, non è nemmeno questo il vero problema. A mio avviso il Sindaco di Aosta sta rifilando una fregatura a queste associazioni, perché il Giacosa e il Café du Théâtre richiedono molti lavori che sicuramente si dovranno accollare i nuovi gestori. Ed è questo il motivo per cui gli ex gestori non si sono ripresentati al bando». Lorenzo Aiello giudica la proposta di Nuti come un escamotage per scaricare il problema ai futuri gestori della struttura, perché il Comune non ha intenzione si sostenere la spesa per gli interventi necessari ad adeguare un immobile obsoleto alle attuali normative di sicurezza. Lorenzo Aiello infatti solleva il problema del certificato di prevenzione antincendio del Giacosa, che a suo avviso, tra 2 anni non verrà rinnovato. «Il Comune deve prima farsi carico di tutte le spese e poi darlo alle associazioni, perché in questo modo significa rifilare una “patata bollente” ai futuri gestori del Giacosa. Il certificato antincendio senza i necessari lavori di adeguamento non verrà rinnovato, ed è questa la vera fregatura, anche perché mi sembra che già il mondo associazionistico culturale valdostano non abbia grandi risorse. In più, non oso immaginare cosa potrebbe accadere se si ritrovassero in questa situazione».

Ora l’Amministrazione comunale in tempi brevi, si ipotizza un paio di settimane, chiederà alle associazioni culturali - non solo a quelle che hanno partecipato all’incontro di venerdì scorso - una manifestazione di interesse per la gestione del Giacosa. Se ne giungerà una sola che raggrupperà tutti i soggetti interessati, questa sarà valutata e se risulterà idonea si potrà procedere all’affidamento. Altrimenti se vi saranno più “cordate” si dovrà istruire un bando vero e proprio e perciò i tempi, inevitabilmente, si allungheranno. In un caso o nell’altro, resta da capire per quanto tempo il Comune intenderà affidare la struttura: 2 anni, e, quindi, fino alla scandenza del certificato antincendi, o più a lungo?

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