Cime Bianche, Adu VdA presenta un esposto alla Corte dei Conti

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Il vallone delle Cime Bianche non si deve toccare. La normativa è chiara e dice che nuovi impianti non possono essere realizzati in zone comprese nella rete Natura 2000. In sintesi, questo è quanto sostiene Adu Vda in merito al collegamento intervallivo che dovrebbe essere realizzato e che porterebbe il comprensorio a essere il terzo più grande al mondo. Per mettere le cose in chiaro, venerdì 5 novembre scorso Adu Vda ha depositato un esposto alla Corte dei Conti. La questione è stata illustrata lunedì 8 novembre durante la conferenza stampa ospitata ad Aosta, nei locali del Bar Roma di via Aubert. L’esposto è stato inviato alle massime autorità regionali, oltre che ai consiglieri, e alla società Monterosa SpA. L’intervento chiamato in causa interessa il sito Natura 2000 “Ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa” classificato come Zona speciale di conservazione (Zsc) e Zona di protezione speciale (Zps). «Da subito - hanno detto Daria Pulz e Alex Glarey - abbiamo avvisato che l'impianto di Cime Bianche è impossibile e sbagliato. Che rispondere al cambiamento climatico alzando la quota degli impianti sciistici, sacrificando ancora più ambiente, è una scelta egoista e inefficace. Con questo esposto, vogliamo alzare il tiro. Il nostro è un ennesimo avviso alla società Monterosa a cui è stato assegnato l'incarico di predisporre la progettazione e alla politica valdostana, ma anche uno strumento per bloccare l'opera, evidenziando le irregolarità del procedimento». Secondo Adu Vda, per realizzare il collegamento intervallivo è stata avviata una progettazione senza avere approfondito il tema della fattibilità giuridica dell’opera. A questo proposito, non sono ammissibili progetti di realizzazione di nuovi impianti a fune proposti dopo la dichiarazione dell’area protetta il cui decreto è datato 17 ottobre 2007. Adu Vda ha anche messo l’accento sul fatto che «Monterosa Spa ha affidato non solo il primo livello di progettazione, ma direttamente anche il secondo livello: la progettazione definitiva. È stato seguito un iter atipico, in cui le fasi del procedimento non paiono quelle previste dalla legge, con una spettacolare confusione tra Regione, società partecipata, politici e professionisti». Sulla questione Cime Bianche, Adu VdA ha tutte le intenzioni di vincere la battaglia a cominciare dall’inchiodare «Alle loro responsabilità personali i singoli politici e burocrati che stanno permettendo questo scempio. Perché la domanda di fondo è: che sviluppo vogliamo per la montagna e la Valle d’Aosta tenuto conto degli effetti travolgenti della crisi climatica?».

Convegno con Elisa Tripodi e Tiziana Beghin venerdì 19

“Cime Bianche: una lotta senza confini per la conservazione” è il titolo di una serata di confronto in programma venerdì prossimo, 19 novembre, dalle 20.45 nella sala conferenze della Bcc di viale Garibaldi, ad Aosta. Alla serata parteciperanno la deputata valdostana Elisa Tripodi e l’europarlamentare Tiziana Beghin che lo scorso 24 settembre ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea facendo presente che già in passato l’Italia è stata condannata dalla Corte di giustizia dell'Ue per la progettazione di interventi sciistici all'interno della rete Natura 2000. «Con questa serata pubblica - ha proseguito Daria Pulz - vogliamo affermare che le tematiche ambientali escono dai confini regionali. Se parliamo di rispetto della normativa regionale, dobbiamo anche parlare della normativa nazionale ed europea. Non vogliamo fare venire una crisi coronarica agli autonomisti e a chi in questo momento fa finta di fare opposizione. Non si prospetta, infatti, alcun attacco all’autonomia della Valle d’Aosta e alle sue prerogative statutarie ma piuttosto la nostra sarà l’affermazione di unirsi per la difesa senza confini per la difesa del nostro meraviglioso patrimonio naturale».

Un incontro rivolto agli organi di informazione su Cime Bianche si terrà infine mercoledì 17 novembre, alle 10, nella sede del Cai di Aosta in via Gran Eyvia. Interverranno Vincenzo Torti e Piermauro Reboulaz, rispettivamente presidente generale del Club alpino italiano e presidente del Cai Aosta, e Marcello Dondeynaz dell’associazione “Ripartire dalle Cime Bianche”.

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