Paolina Charrère, donna intraprendente che determinò la «svolta» della Edilcuc
Paolina Charrère rappresentava l’unione tra i «moloni» di cemento fabbricati in casa e l’attuale realtà aziendale della Edildueci di Saint-Pierre e Issogne. Era la testimoniane della Valle d’Aosta del lavoro e dell’iniziativa, del sacrificio, di una volontà di migliorare che solo chi ha conosciuto i tempi duri può avere dentro.
Quando Paolina era nata, il 28 febbraio del 1944, il villaggio di Ozein era pieno di voci e di gente, la gran parte contadini e allevatori, come la sua famiglia - il papà Gabriele Charrère e la mamma Giuseppina Belley - e poi i fratelli Onorato, Oscar e Renzo e la sorella minore Maria. Il lavoro è quello della terra, per tutti, anche se i ragazzi frequentano la scuola del villaggio fino a che la necessità di aumentare le entrate famigliari spinge Paolina a partire per la stagione estiva verso gli alberghi di Gressoney, Courmayeur e Valtournenche.
E’ a Ozein che incontra il futuro marito e compagno di vita Rino Cuc, classe 1937, che con la mamma Maria - anche lei una Charrère - aveva avviato a Folliex di Aymavilles una piccola rivendita di materiali edili, unita a quella di trasportatore con un camioncino acquistato nel 1958.
Nel 1964 Paolina e Rino si sposano e con l’arrivo di questa moglie dal carattere intraprendente e dall’incredibile volontà l’attività prende uno slancio nuovo. Dal cemento impastato nel cortile per creare i «moloni» nasce la Edilcuc, che giorno dopo giorno cresce insieme allo sviluppo dell’edilizia su scala regionale, ma ciò non sarebbe possibile senza l’intesa tra Paolina e Rino, un’intesa assoluta, accompagnata dall’instancabile lavoro giornaliero, dal mattino presto alla sera.
Da Aymavilles l’impresa si trasferisce il primo giorno del 1980 a Saint-Pierre, negli attuali e più ampi spazi, cambia nel 2005 di denominazione in Edidueci, comunque la sostanza rimane la stessa, soprattutto legata al rapporto umano ed a quella fiducia nelle persone che fanno la fortuna dell’azienda.
Paolina Charrère è la colonna portante, sempre a fianco al suo Rino, sempre pronta a soddisfare qualsiasi richiesta, senza mai tirarsi indietro di fronte alle difficoltà, cercando la soluzione ad ogni problema. E’ dedita al lavoro come alla famiglia, mamma dal 1966 di Gabriella e dal 1970 di Mario, ma madre di tutti i suoi dipendenti, severa quando è necessario, comprensiva e altruista nel bisogno. La sua mente è sempre all’opera, la memoria è prodigiosa, Paolina ricorda tutto e tutti, un computer umano, che affronta il freddo del mattino e il buio della sera, passando dagli uffici al grande piazzale, i fogli di carta stretti nella mano, il passo deciso.
Poi il 16 ottobre del 2007 la perdita di Rino e nel 2011 la malattia che progressivamente la costringe a lasciare il lavoro che per lei è vita e la spegne poco a poco, fino al ricovero al Refuge Père Laurent un mese fa e quindi alla crisi di martedì scorso, 2 novembre, nel giorno dedicato ai defunti.
Nel primo pomeriggio di giovedì una folla è stata con Paolina Charrère, a ricordare con lei pure il suo Rino, perché loro due insieme erano la dimostrazione di quanto sia vero il detto «Dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna»: hanno costruito molto partendo da quel piccolo deposito di Folliex e non hanno mai dimenticato da dove venivano e quanta fatica avevano fatto per arrivare dove sono arrivati.
Ora Paolina è insieme a Rino nel cimitero di Saint-Pierre, proprio a pochi metri di distanza da quelli spazi che hanno fatto crescere dal nulla e dove ogni giorno il rumore del lavoro li ricorda.
Paolina Charrère Cuc lascia i figli Gabriella con Stefano Celi e Mario con Cristina Savoye, i nipoti Chantal, Paolo e Alice, la sorella Maria e il fratello Oscar.