Cambia l’ora: ecco alcuni suggerimenti utili per evitare l’arrivo di insonnia e depressione
Il momento è arrivato anche quest’anno: nella notte tra oggi e domani - sabato 30 e domenica 31 ottobre - andremo a dormire con l’ora legale e ci sveglieremo con quella solare. Sarà necessario spostare indietro di un’ora le lancette dell’orologio ma non sarà sufficiente fare questo e poi proseguire nei nostri ritmi quotidiani come se nulla fosse, a parte l’accorgersi di come la sera arrivi molto prima, di un’ora appunto. Per diverse persone questo cambiamento potrà portare reazioni psicofisiche indesiderate. Ecco dunque alcuni consigli su come affrontarle al meglio.
«Il ritorno all’ora solare è meno problematico rispetto al cambio dell’ora legale. Tuttavia, nelle persone sensibili può comportare, anche se transitori nella maggior parte dei casi, problemi di insonnia, ansia e depressione. - conferma il dottor Giuseppe D’Alessandro, neurologo e neurofisiologo, titolare del Neurocenter VdA in regione Borgnalle, ad Aosta - La depressione, per la verità, facilitata anche dalla significativa riduzione dell’esposizione alla luce solare, come nel caso del Disturbo Affettivo Stagionale. Chi si avvantaggierà di più del ripristino dell’ora solare saranno i giovani e in particolare gli adolescenti “digitali”, una generazione cronicamente deprivata di riposo a causa di una scarsa “igiene del sonno” per l’uso eccessivo di computer, smartphone e tablet, strumenti che emettono una luce detta blu, che inibisce la produzione di melatonina, l’ormone che favorisce il sonno. Sicuramente questi adolescenti potranno recuperare quell’ora di sonno persa al cambio di primavera, ma le persone anziane, soprattutto quelle che vanno a letto presto, le cosiddette “allodole”, ne risentiranno in modo significativo. Con l’avanzare degli anni, oltre ad una riduzione della quantità del sonno, peggiora anche la sua qualità in quanto si riduce la durata del riposo a onde lente, che è la fase più ristoratrice».
«La scarsa illuminazione e l’isolamento a cui sono sottoposti molti ospiti anziani delle residenze sanitarie, spesso con deterioramento cognitivo, comportano una significativa alterazione del ritmo sonno-veglia, con la comparsa di momenti di confusione ed agitazione soprattutto al tramonto. - prosegue il dottor Giuseppe D’Alessandro - Questo disturbo, denominato anche “Sindrome Crepuscolare”, è legato alla paura innata che tutti noi abbiamo del buio o della notte, considerate un po’ l’anticamera, come anche il sonno, della morte, che diventa difficile da controllare da parte delle persone affette da demenza. In questi casi è importante modificare gli orari delle attività quotidiane, come quelli dei pasti e dell’andare a dormire, ma soprattutto incrementare l’illuminazione dell’ambiente con lampade ad alta intensità luminosa. Infatti, la “light therapy”, riducendo la produzione di melatonina si è dimostrata molto efficace nel ritardare la fase di addormentamento, e quindi evitare i risvegli precoci, e nel ridurre la sonnolenza diurna, regolarizzando così nuovamente il ritmo sonno-veglia».