La didattica a distanza ha spinto la scuola verso un maggiore utilizzo di tecnologia: illustrati i dati

La didattica a distanza ha spinto la scuola verso un maggiore utilizzo di tecnologia: illustrati i dati
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Nel futuro della scuola vi è la tecnologia e forse gli insegnanti cominciano ad essere più disposti ad utilizzarle quotidianamente: è la riflessione che emerge dalla lettura dei dati raccolti dalla Società italiana di ricerca didattica - SIRD e divulgati martedì scorso, 27 ottobre, in un incontro, nella sala Viglino del Palazzo regionale ad Aosta, che ha visto gli interventi dell'assessore regionale all’Istruzione Luciano Caveri, con la sovraintendente agli studi Marina Fey, e il contributo della professoressa Teresa Grange, ordinaria di Pedagogia Sperimentale, responsabile scientifica, e di Chiara Annovazzi assegnista di ricerca, che hanno seguito per l’Università della Valle d’Aosta la partecipazione alla rilevazione nazionale.

«E' necessario che gli alunni possano seguire il più possibile in presenza - ha sottolineato l'assessore Luciano Caveri - e allo stesso tempo non si può non pensare che la scuola di domani apra le finestre alle lezioni in aula attraverso le tecnologie, un aspetto che apre molte possibilità di intervento, pensiamo alla facilità con cui un docente francofono potrà intervenire in una classe». La percentuale, se non possono esserlo i numeri, dei docenti che hanno risposto dalla Valle d'Aosta è del 13,50 per cento, la più alta fra tutte le regioni: «E’ stata una opportunità per esprimere il proprio punto di vista sul periodo del primo lockdown. - sottolinea la Sovraintendente - Dopo un anno scolastico, post dad, insegnanti hanno dato un rimando in parte diverso, c'è stata una evoluzione, con interessanti punti di forza, che è giusto mettere in rilievo, e criticità che ci servono per migliorare la nostra didattica, con un potenziamento del digitale per rendere più performante la nostra didattica quotidiana». «Emerge come la didattica a distanza debba essere fortemente programmata e richieda attrezzature adeguate - spiega Teresa Grange - con modalità interattive in cui le studentesse e gli studenti risultino protagonisti. Le maggiori criticità hanno riguardato i tempi di lavoro e la valutazione degli apprendimenti. Si sono presentati problemi anche in relazione al rapporto con i genitori, mentre sembra che all'interno della scuola il clima di emergenza abbia stimolato la solidarietà con i colleghi e con la dirigenza. I dati del 2020 offrono piste di riflessione tuttora valide nell’ottica di un innalzamento della qualità dell'offerta formativa in presenza, a distanza o in forma ibrida. In particolare, si può intervenire nella formazione dei docenti e creare reti di collaborazione con gli istituti scolastici e le università».

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