Le reazioni politiche alla bufera che ha travolto la sanità valdostana

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Non sono mancate la reazioni politiche alla bufera che ha investito la sanità valdostana dopo la richiesta di archiviazione per presunte irregolarità che però tratteggia un quadro a tinte fosche tra veleni e favoritismi. L’Union Valdôtaine difende a spada tratta l’assessore alla Sanità Roberto Barmasse in una nota in cui si legge che «Roberto Barmasse è al centro di una condanna morale per dei fatti che non ha commesso». Il Leone rampante ricorda «Le competenze professionali» e «Le qualità morali e umane» di Roberto Barmasse che fanno pensare che «La storia che lo ha colpito è lontana dal suo modo di agire». Occorre «Intervenire per chiarire alcuni aspetti perché l'attualità di questi giorni getta un'ombra non solo sul lavoro di un assessore, ma sul movimento cui appartiene». L'Uv «Stigmatizza fortemente tutte le attitudini clientelari e tutti i modi di fare di una politica che abbiamo combattuto nel tempo e che non ci appartiene. Fa male essere investiti da una colpa che non abbiamo».

Adu invece stigmatizza l’operato dell’assessore Barmasse e chiede, a gran voce, le sue dimissioni: «Non c’è bisogno di commettere un reato, gli eletti devono adempiere al loro mandato “con disciplina e onore”. Ma qui non c’è né l’una né l’altro».

Secondo il coordinatore di Fratelli d’Italia Alberto Zucchi «La Valle d'Aosta, evidentemente, non è un paese normale. Quello che a noi sconcerta e che ci preoccupa è il disinteresse dell'opinione pubblica, a cui sembra ormai che tutto in Valle d'Aosta possa essere possibile e alla fine, oltre che essere consentito dalla legge, sia anche tollerato da tutti i cittadini che sembrano ormai rassegnati a subire senza più reagire». Sempre Fratelli d’Italia propone che venga presentata una mozione che inviti il Consiglio Valle a sfiduciare l'assessore alla Sanità Roberto Barmasse e impegni la Giunta regionale «Ad avviare ogni azione necessaria, anche attraverso l'avvocatura regionale, volta a tutelare e risarcire il danno all'immagine» della Regione e dell'azienda Usl.

Il Tavolo di coordinamento di Progetto civico progressista osserva che «Non rassicura per nulla la mancanza di reati certificati da parte della Magistratura: da un punto di vista del metodo e della responsabilità delle Istituzioni, nonché etico e morale, non possono esserci opacità e comportamenti riportati dalle autorità giudiziarie. Per questo chiediamo che ci sia una presa di posizione istituzionale forte e si faccia al più presto chiarezza all'interno dell'Amministrazione».

I sindacati della Funzione Pubblica di Cgil, Cisl e Uil evidenziano: «Senza soluzioni si mettono a rischio i servizi ai cittadini e si disperde un significativo patrimonio di professionalità, senza contare che nel periodo clou dell’emergenza sanitaria anche questi lavoratori sono stati in prima linea. Ma il problema dei lavoratori interinali nella sanità è da tempo al centro della nostra azione sindacale, non solo da ora. Dal canto nostro, in tempi non sospetti, facemmo una richiesta di accesso agli atti rispetto alle assunzioni interinali fatte a partire dal 2019, richiesta alla quale non ci fu riscontro in quanto, proprio in quel frangente, iniziò l'inchiesta da parte della Procura. Da tempo chiediamo azioni efficaci e concrete. Abbiamo posto anche l’attenzione sul sovraccarico di lavoro per il personale somministrato, che spesso affianca il personale a tempo indeterminato facendo mansioni pressoché identiche, per poi trovarsi con un pugno di mosche a livello contrattuale e retributivo. A noi interessa migliorare la condizione di tutti i lavoratori. Da tempo sulla sanità valdostana chiediamo un’analisi approfondita. Ci troviamo, invece, con una sanità sempre più al collasso. La carenza del personale sanitario è sotto gli occhi di tutti. Il sindacato tutela i diritti di tutti i lavoratori e sulla questione degli interinali abbiamo sempre chiesto trasparenza».

La deputata Elisa Tripodi commenta: «Il quadro descritto dal pm Luca Ceccanti nelle inchieste sulla sanità valdostana è preoccupante, ma non si può di certo dire che sia, in qualche modo, inaspettato. Una riflessione è doverosa: il fatto che non siano stati commessi reati non può essere una scusante sufficiente per sorvolare. Una valutazione in merito, sia alla poca trasparenza e sia, come scrive il pm di Aosta, “sulle inopportune invasioni di campo tra la sfera politica e amministrativa”, è doverosa da parte della Giunta e del Consiglio regionale».

Stefano Aggravi, vicecapogruppo della Lega in Consiglio Valle, in un post sul suo blog si chiede: «Non è forse il caso che l'Amministrazione faccia chiarezza al suo interno nell'interesse dei propri utenti e della credibilità dell'azienda Usl medesima, pur a fronte della mancanza di reati così come appurato dalle autorità competenti?». Stefano Aggravi aggiunge che «A titolo personale» precisando che - «Condividerò la cosa all'interno del mio gruppo» - Aggravi chiede «Un'attività di analisi che metta nero su bianco problematiche e criticità con l'obiettivo tra l'altro di proporre correttivi utili per il futuro. Credo che sia necessario valutare l'opportunità di costituire una commissione d'inchiesta dedicata a tale scopo al più presto».

Area Democratica Gauche Autonomiste attacca: «Nell’esprimere grande preoccupazione e amarezza sulla conduzione della Sanità valdostana, alla luce delle informazioni emerse dalle indagini della Procura, Area Democratica Gauche Autonomiste rileva che Stefano Aggravi e la Lega, invece di proporre Commissioni di inchiesta, farebbero bene a chiedere le dimissioni da capogruppo e da consigliere di Andrea Manfrin. Desta inoltre perplessità che la Lega che ha votato molti provvedimenti andando a braccetto dell’attuale maggioranza, in attesa di sedersi al tavolo di Governo, scelga di esporsi proprio ora, di fronte alle “inevitabili” dimissioni di Barmasse, magari mettendo sul piatto l’agognata entrata nella stanza dei bottoni. Sia la Procura a condurre fino in fondo le indagini senza intromissioni di un ceto politico privo di credibilità!».

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