Recuperare al turismo l’ex cava di Marcorino Il progetto dell’Amministrazione di Tavagnasco
L’Amministrazione comunale di Tavagnasco è sempre attiva nell’ambito dei recuperi ambientali di aree che potrebbero rendere nuovamente usufruibili spazi naturali fuori della portata dell’utenza o dimenticati, offrendo agli amanti dell’aria aperta e della natura l’opportunità di trascorrere qualche ora di tempo libero in pittoreschi scorci e praticare attività sportive in un contesto paesaggistico ricco di attrattive, favorendo anche un monitoraggio costante del territorio e delle sue eventuali criticità. E’ il caso del progettato ripristino dell’ex cava dismessa che si trova in località Marcorino, una superficie di 400 metri quadrati ricoperta da un manto erboso e circondata dalla roccia, scavata nella montagna, posta su un anfiteatro naturale di rara bellezza che potrebbe costituire una notevole tappa del circuito sentieristico di 35 chilometri attraverso le mulattiere, di prossima inaugurazione, compreso nel piano di valorizzazione del paese e dei suoi villaggi ad alto richiamo turistico.
L’ex cava è fornita di una sorta di balconata che si affaccia sull’ampio scenario nella conca della Dora Baltea, già fornita di un punto di sosta e vista panoramica con la sottostante terrazza nella parte mediana della montagna, a circa 600 metri di altezza.
Il sito estrattivo, dal quale si otteneva il cosiddetto Autunno di Tavagnasco, un particolare tipo di granito, è stata attivo solo per una quindicina d’anni, fino al 2000, e dopo la scadenza nel 2010 della concessione per l’attività mineraria è tornata a disposizione del Comune. Già in passato erano state messe in atto azioni di bonifica e di parziale ripristino ambientale della zona, recuperando i residui di scavo.
«Oggi - spiega il sindaco Giovanni Franchino - agiremo con un primo intervento di messa in sicurezza e regimazione delle acque che scorrono nei pressi del sito minerario, opera propedeutica ai futuri interventi che permetteranno di rendere fruibile l’intera area, attualmente interdetta al pubblico».
Entro un paio di mesi i lavori programmati dovrebbero essere portati a termine, sotto le direttive della polizia mineraria, organo regionale preposto all’attività amministrativa e di controllo per il recupero di siti dismessi, dopodiché sarà possibile individuare i possibili utilizzi dell’anfiteatro. «Coinvolgeremo anche la popolazione per un confronto d’idee e suggerimenti» conclude il sindaco Giovanni Franchino.