A sinistra sempre di più «tutti contro tutti» I cinque chiedono un’assemblea pubblica
Grande attesa per l’assemblea (convocata per lunedì prossimo, 18 ottobre, dal tavolo di coordinamento del gruppo consigliare) durante la quale Progetto Civico Progressista-Pcp dovrebbe tracciare il bilancio di un anno dall’inizio della legislatura. Il «siluramento» da capogruppo di Erika Guichardaz con la nomina di Paolo Cretier, i continui dissidi della stessa Guichardaz e dell’ex assessore Chiara Minelli con lo stesso Paolo Cretier, Andrea Padovani, il presidente del Consiglio Alberto Bertin, Antonino Malacrinò e l’assessore al turismo Jean-Pierre Guichardaz: il gruppo consigliare di Pcp, dopo un anno, si trova costretto alla «resa dei conti». L'assemblea di Progetto Civico Progressista è composta dai 59 candidati che si sono presentati alle elezioni regionali e comunali di Aosta, e da altri 36 esponenti indicati dalle varie componenti del progetto, per un totale di 95 membri. I 5 probabilmente saranno rappresentati da una delegazione.
«Per il regolamento sono io il nuovo capogruppo e bisogna che qualcuno se ne faccia una ragione» esordisce il consigliere regionale Paolo Cretier (foto). «La commissione ha deciso che io da ora in poi parlerò a nome del progetto, - aggiunge - e oltretutto non è mai successo che se in un gruppo consigliare 5 consiglieri su 7 preferiscono uno ad un altro, quell’altro debba continuare a fare il capogruppo». Paolo Cretier sottolinea anche che «Pcp è un progetto politico e non un partito, e chi cerca di farlo diventare tale sta commettendo un grave errore. Io ho già ho un partito, il Partito Democratico, e forse è bene che qualcuno capisca bene anche questo, ovvero che va benissimo una federazione dove si collabora, però senza queste regole che sembrano dei “totem” inviolabili». Paolo Cretier, racconta anche la situazione da un anno all’interno di Pcp: «Qui si sta davvero andando fuori dalle righe, questo tavolo di coordinamento noi non lo riconosciamo, è stato organizzato successivamente al risultato elettorale, dove era chiaro che erano entrati 3 del Pd, 2 indipendenti, uno di Area Democratica e uno di Rete Civica. La verità è che quelli che all’interno di Pcp rappresentano la minoranza, - continua Paolo Cretier - non riescono ad accettare di rappresentare il 25 per cento di Pcp, e quindi stanno cercando di monopolizzare il progetto, dettando regole assurde. Noi 5 siamo la maggioranza di Pcp e sappiamo bene cosa fare, abbiamo l’idea di continuare con il Governo Lavevaz».
In una nota diffusa ieri, venerdì 15 ottobre, sostengono piuttosto la necessità «Di un'assemblea pubblica in presenza e partecipata per rispondere agli elettori che ci hanno votato per governare la Valle d'Aosta».
Più che di una vera e propria verifica programmatica, come richiesto dal Tavolo di coordinamento del partito e invocata più volte in Consiglio Valle da Chiara Minelli ed Erika Guichardaz, i 5 consiglieri sostengono che la maggioranza necessiti di «un tagliando», convinti che «non ci siano alternative e che debba durare altri 4 anni». «Per incidere bisogna esserci ed avere pazienza - scrivono i 5 consiglieri - noi ne abbiamo avuta e ci siamo stati, sarebbe stato meglio esserci tutti, ma così non è stato».
Erika Guichardaz - che non rinnoverà la tessera del Pd nel 2021, dopo lo «sgarbo» subito dai compagni di partito - dichiara: «Pcp è un progetto che deve mettere insieme le forze progressiste e non si può ridurre solamente ad un cartello elettorale dove gli eletti fanno quello che vogliono. Il ruolo dell’assemblea è importante - riferisce Erika Guichardaz - perché collega gli eletti agli elettori, ed è un modo per coinvolgere la base. Questi 5 consiglieri non hanno linea politica, non sappiamo dove si confrontano e dove decidono quello che fanno in Consiglio Valle, la verità è che non rappresentano per niente Pcp, e sono assolutamente autoreferenziali. Quindi credo che sarebbe più coerente per loro uscire da Pcp».
Dello stesso avviso anche l’ex assessora Chiara Minelli, che commenta: «Credo che Paolo Cretier confonda il gruppo consigliare di Pcp con quel che è davvero Pcp. Fare politica non è assolutamente escludere gli elettori - afferma Chiara Minelli - perché Progetto Civico Progressista ha raggruppato molti indipendenti e tante forze politiche arrivando a 10 mila voti, e moltissimi non hanno nemmeno espresso la preferenza. Questo significa che a vincere sono stati il programma e il progetto e non gli eletti. Ridurre tutto alle percentuali occupate dai singoli consiglieri è una visione molto triste, e noi non possiamo appoggiarla. Oltretutto la nomina di Paolo Cretier a capogruppo è stata davvero un passaggio poco chiaro, senza consultare né me e Erika Guichardaz e nemmeno l’assemblea. Oramai questi 5 consiglieri non rappresentano assolutamente nulla di Pcp, e dovrebbero andarsene».