«La Jeunesse Valdôtaine interprete fondamentale nel percorso della réunion del mondo autonomista»

«La Jeunesse Valdôtaine interprete fondamentale nel percorso della réunion del mondo autonomista»
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Erano presenti più di 120 persone ai festeggiamenti della Jeunesse Valdôtaine in occasione del suo 75esimo anniversario. Un pomeriggio, quello di sabato scorso, 9 ottobre, caratterizzato da 2 momenti distinti. Il primo, iniziato alle 15, dedicato alla celebrazione dell’anniversario della Jeunesse si è aperto con la relazione dello storico Joseph Rivolin che ha ripercorso la storia del movimento giovanile dal 1946 ad oggi.

Giovani verso la politica

La parola è poi passata al senatore Albert Lanièce: «La Jeunesse Valdôtaine in questi 75 anni ha saputo interpretare le esigenze dei giovani del mondo autonomista. L’obiettivo della Jeunesse è sempre stato, e sempre sarà, quello di sostenere e di difendere il particolarismo valdostano. Oggi la grande sfida di tutti voi giovani è quella di costruire un percorso che riporti fiducia ai giovani verso la politica. Una fiducia sempre più assente, lo dimostrano i risultati delle ultime elezioni amministrative che ancora una volta hanno visto la vittoria dell’assenteismo».

Il Senatore ha continuato evidenziando come «Ad oggi il tema presente nell’agenda di tutti i governi mondiali è l’ambiente. Da qui al 2050 dovremo cercare di contenere l’innalzamento della temperatura del pianeta. E’ necessario mettere in campo un cambio di mentalità, voi giovani dovete esserne i principali attori».

Albert Lanièce ha chiuso il suo intervento sottolineando l’importanza della Jeunesse Valdôtaine come interprete fondamentale nel percorso da avviare verso una vera réunion del mondo autonomista valdostano, «Un’unione necessaria per difendere un sistema democratico partecipato che continui a lavorare per un’Europa dei Popoli».

L’Union al centro

Ridare fiducia alla politica e ritornare a parlare di partiti e non di una politica personalistica sono alcuni dei temi affrontati dal presidente della Regione Erik Lavevaz: «La Jeunesse è legata a doppio filo all’Union Valdôtaine, una posizione che, però, non deve essere di sottomissione. Il compito dei giovani è quello di portare una voce critica in maniera propositiva. La Jeunesse deve portare il punto di vista dei giovani all’interno del dibattito politico. Da anni viviamo una politica personalistica che ha fatto danni immensi, una personalizzazione che ha dato vita a movimenti costruiti sulla figura di una sola persona oppure contro una persona, togliendo così la centralità ai movimenti politici. L’Union Valdôtaine in questi ultimi anni ha saputo reagire a questa tendenza e si è rimessa al centro della scena politica valdostana, ha cominciato un percorso serio per la ricostruzione dell’area autonomista. Il percorso è ancora lungo e la Jeunesse giocherà un ruolo importante. Dobbiamo lavorare affinché questi giovani diventino la classe dirigente del futuro, una classe dirigente competente e lontana da personalismi. Giovani che mettano idee e valori alla base della loro visione».

Il virus apolitico

Di impegno politico dei giovani nell’amministrazione ha parlato la Presidente dell’Union Valdôtaine Cristina Machet «Il tema più importante che abbiamo affrontato oggi è quello della disaffezione dei giovani verso la politica. La Jeunesse Valdôtaine ha fatto e fa un grande lavoro, ha sempre saputo parlare con i giovani malgrado oggi sia sempre più difficile cogliere la loro attenzione. Secondo un report Istat il 30 per cento dei giovani tra i 18 e i 34 anni non partecipano alla vita politica, un virus che genera anche la totale mancanza di espressione di una propria preferenza alle urne e per questo motivo le amministrazioni hanno sempre meno giovani nei ruoli centrali. Perché i giovani non si interessano di politica? La colpa è nostra, di chi fa politica! I giovani hanno bisogno di azioni concrete e di avere la possibilità di mettersi in gioco in prima persona. Il primo passo deve avvenire nelle amministrazioni comunali, in passato, troppo spesso i giovani sono stati chiamati a partecipare come candidati alle elezioni amministrative solo per il bagaglio di voti che si portavano dietro ma appena eletti sono stati messi in disparte. Questo non deve accadere, i giovani eletti devono avere un ruolo di primo piano, ad esempio come assessori o presidenti del consiglio comunale affinché possano iniziare un percorso concreto.» Il dibattito ha quindi visto protagonisti i giovani rappresentati delle forze politiche presenti in consiglio regionale con gli interventi di Marco Gheller (Alliance Valdôtaine), Matteo Da Rin (Lega Valle d’Aosta) e Etienne Merlet (Pour l’Autonomie). Hanno partecipato alla giornata anche i giovani del Partito Democratico e di Stella Alpina. Tra i diversi interventi sono stati proiettati i contributi video delle forze giovanili autonomiste ed europee di: Fabian Kobald (International secretary della JG), Oriol Marín Subirà (Joventut Nacionalista de Catalunya), Mauro Agosti (PATT), Giacomo Comincini (Foreign friends of Catalonia).

Saint-Vincent non a caso

In seguito la parola è passata a Frédéric Piccoli animateur della Jeunesse Valdôtaine: «Abbiamo scelto questa sala del Centro congressi comunale di Saint-Vincent non casualmente. Qui, nel 1976 si tenne il congresso della réunion dell’Union. Oggi in questa sala la Jeunesse Valdôtaine vuole tornare a parlare di futuro. La jeunesse, proprio perché composta da giovani, ha la capacità di realizzare dei piccoli miracoli nel mondo politico come ad esempio un ricambio continuo dei vertici del nostro movimento giovanile. In queste ore abbiamo parlato di Jeunesse come gruppo di giovani dell’Union Valdôtaine, due le visioni: la prima vede noi giovani come un gruppo che deve essere fedele all’Union Valdôtaine come movimento e l’altra che vede noi giovani come voce critica del movimento. Noi abbiamo una terza visione, la Jeunesse è il movimento autonomista del futuro questo perché è sempre stato il luogo in cui si sono formate le future generazioni di autonomisti. Oggi come sempre è il luogo in cui ci si forma e si costruisce qualcosa di concreto da un punto di vista politico. La Jeunesse ha la responsabilità di immaginare il futuro del mondo autonomista e deve lavorare per difendere il nostro particolarismo e la nostra autonomia, lo deve fare con le forze di tutti i giovani non solo quelli che portano un cognome valdostano. Sul tema delle lingue crediamo che sia giunto il tempo di iniziare a utilizzare tutte le lingue presenti nel nostro territorio come ad esempio la lingua walser. In questi anni abbiamo parlato tanto di réunification, la prima cosa che dobbiamo fare è riunire le persone e non i movimenti, dobbiamo farlo creando nuovi schemi cercando si essere innovativi. Quale Jeunesse per il futuro? Quattro i temi prioritari: il primo è la formazione, una formazione culturale e politica ma anche della persona, infatti, se dobbiamo formare i futuri amministratori è necessario ricordarci che il loro comportamento ha degli effetti sulla credibilità delle istituzioni che rappresentano. Il secondo è far diventare la Jeunesse un luogo dove si propone una politica di azione e non finalizzata alle elezioni, il terzo è tornare a lavorare con i movimenti giovanili Europei contro un sistema di globalizzazione che ci penalizza e vivere attraverso il confronto con loro una dimensione internazionale della politica. Infine dobbiamo costruire una Jeunesse a misura di uomini e donne affiché in futuro anche le Donne siano presenti in ugual misura agli uomini nelle amministrazioni.»

La celebrazione si è conclusa con la consegna delle pergamene agli ex animateur presenti in sala.

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