Elisa Tripodi: «Il governo fermi Cime Bianche» Il Consiglio Valle si scaglia contro la deputata

Elisa Tripodi: «Il governo fermi Cime Bianche» Il Consiglio Valle si scaglia contro la deputata
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La deputata valdostana Elisa Tripodi, vicecapogruppo del Movimento 5 stelle a Montecitorio, chiede al Governo di intervenire in modo «necessario e urgente» bloccando il progetto di collegamento tra i comprensori del Cervino e del Monterosa Ski, nel vallone delle Cime Bianche. Elisa Tripodi propone di «richiedere la revoca in autotutela della procedura di affidamento dello studio preliminare alla valutazione di fattibilità per il collegamento intervallivo del vallone delle Cime Bianche», perché «apparirebbe in palese contrasto con la normativa europea e italiana a tutela dell'ambiente e delle zone protette». La deputata del M5s ha presentato un'interrogazione con risposta scritta (agli atti della seduta della Camera di giovedì scorso, 7 ottobre) al ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. Analoga iniziativa da parte dell’europarlamentare Tiziana Beghin che sulla questione ha posto un’interrogazione alla Commissione per il Commercio internazionale dell’Europarlamento.

Elisa Tripodi chiede un intervento ministeriale per «evitare l'inutile dispendio di fondi pubblici, e dando una concreta risposta a questa istanza di 'aiuto' del territorio attraverso un drastico cambiamento di rotta nella politica di tutela e difesa della nostra Terra».

Nelle premesse dell'atto, la deputata sostiene che il collegamento intervallivo risulterebbe illegittimo perché il vallone fa parte della Rete europea Natura 2000. E la legge italiana prevede «il divieto di realizzazione di nuovi impianti di risalita a fune e di nuove piste da sci» nelle zone di protezione speciale.

Il «blitz» della Tripodi giovedì pomeriggio naturalmente ha scosso il Consiglio Valle, riunito dal giorno precedente. Immediatamente sospeso per una riunione di maggioranza, richiesta del consigliere di VdA Unie Claudio Restano, alla quale non hanno partecipato le consigliere del Progetto Civico Progressista, Chiara Minelli ed Erika Guichardaz. Successivamente si è aperto un breve dibattito al quale non ha preso parte il vicecapogruppo di Progetto Civico Progressista, Andrea Padovani.

Bagarre a Palazzo

«Non ci sono state interlocuzioni né con il sottoscritto, né con altri membri della giunta su questo argomento, che per quanto ci riguarda ha un percorso assai chiaro». Lo ha detto il presidente della Regione, Erik Lavevaz, commentando in Consiglio Valle le interrogazioni del Movimento 5 Stelle che chiedono di bloccare il progetto funiviario delle Cime Bianche.

«Il progetto è inserito nel programma di legislatura, sottoscritto da 21 consiglieri che sostengono questa maggioranza. - aggiunge Erik Lavevaz- Per questo si è scelto di procedere con uno studio di dettaglio di fattibilità per capire se e come procedere»..

«Quest'iniziativa del deputato valdostano può avere solo una risposta da parte nostra: deputato Elisa Tripodi, dimettiti». Parole di Aurelio Marguerettaz, capogruppo dell'Union Valdôtaine, durante il dibattito sulle interrogazioni del Movimento 5 stelle alla Camera e al Parlamento europeo. «Io credo che l'inadeguatezza di questo deputato meriti una risposta sola: una richiesta di dimissioni» ha aggiunto.

L'ex Assessore si è detto «offeso, deluso e mortificato come cittadino valdostano e come consigliere regionale. Credo che un'iniziativa di questo genere sia veramente inaudita: un rappresentante del collegio uninominale della Valle d'Aosta che si permette di portare un argomento all'attenzione del governo senza avere avuto alcuna interlocuzione con i rappresentanti del popolo valdostano». Aurelio Marguerettaz ha spiegato ancora: «Quest'iniziativa dipinge i valdostani come degli sciagurati che vogliono cementificare la Valle d'Aosta. Un'immagine di questo genere fa male all'albergatore, al ristoratore, a tutto il turismo. Si chiede di commissariare la Valle d'Aosta, perché siamo ritenuti degli incapaci, degli inquinatori».

Anche il capogruppo dell'Alliance Valdôtaine, Albert Chatrian, ha attaccato Elisa Tripodi: «È con un certo imbarazzo che abbiamo letto le parole di una persona che dovrebbe rappresentare la Valle d'Aosta che, senza interloquire con la giunta o con il Consiglio, mette in evidenza elementi non corretti».

L'assessore regionale allo Sviluppo economico, Luigi Bertschy, ha chiuso il dibattito: «Tutti abbiamo le nostre idee politiche, ma quando uno rappresenta le Istituzioni, prima di proporre una iniziativa così pesante, dovrebbe avere l'accortezza e la correttezza di sentire almeno il Presidente della Regione, perché qui stiamo parlando di una tematica regionale, che dovrebbe essere oggetto di confronto interno. Questo è un tema divisivo e noi dobbiamo creare le condizioni affinché le comunità possano parlarsi serenamente al loro interno. L'iniziativa di Elisa Tripodi non serve a rasserenare il dibattito e in più lede l'autonomia di un Consiglio regionale che ha chiesto uno studio per verificare la fattibilità di un progetto, che poi potrà realizzarsi o meno. È corretto che la politica abbia tutti gli elementi per potere assumere poi decisioni definitive».

Ed è di ieri, venerdì 8 ottobre, la presa di posizione dei Sindaci di Alagna Valsesia, Ayas, Brusson, Gressoney-La-Trinité, Gressoney- Saint-Jean e Valtournenche che «dissentono dall’iniziativa portata avanti dalla deputata Elisa Tripodi e dall’europarlamentare Tiziana Beghin» e sostengono che «sarebbe stato opportuno attendere l’esito dello studio propedeutico commissionato per la verifica della fattibilità dell’opera prima di esprimersi sul collegamento intervallivo».

La replica di Elisa Tripodi

L'interrogazione con risposta scritta depositata alla Camera dei deputati e quella trasmessa al Parlamento europeo dalle parlamentari Elisa Tripodi e Tiziana Beghin del Movimento 5 stelle «Servono proprio a tutelare, oltre che il nostro bellissimo e delicato territorio, anche i soldi dei valdostani». Parole di Elisa Tripodi, a commento degli attacchi ricevuti giovedì da buona parte del Consiglio Valle. «Insomma, 400mila euro per uno studio di fattibilità vi sembrano pochi? E perché prima di spendere questi soldi - che sono vostri - la Regione non ha approfondito la questione normativa con il ministero della Transizione ecologica a costo zero?» si chiede Tripodi.

«Il gioco “Io sono più autonomista di te” ha francamente stancato e stufato: sventolare la bandiera dell'autonomia come unico pretesto per rivendicare diritti e libertà, non vi rende immuni da valutazioni e prese di posizioni che non hanno la vostra autorizzazione. È aberrante far passare il messaggio che i parlamentari debbano dipendere dalla Giunta del collegio nel quale sono stati eletti: le prerogative parlamentari sono garanzia dell'indipendenza del Parlamento da condizionamenti di altri poteri».

Pcp nuovo capogruppoMa c’era aria di maretta già a inizio settimana, quando i consiglieri regionali di Pcp hanno sfiduciato la capogruppo Erika Guichardaz: 5 esponenti su 7 hanno scelto di destituirla eleggendo al suo posto Paolo Cretier. E' l'epilogo di una serie di tensioni che nelle ultime settimane si sono accumulate in Pcp e nella maggioranza regionale di cui Pcp fa parte.

«E' una decisione arbitraria - commenta Erika Guichardaz - visto che l'organismo previsto da Pcp per le scelte inerenti il Consiglio al momento della candidatura e sottoscritto anche da tutti i candidati, e quindi anche dagli eletti, è il Gruppo Allargato Regionale» convocato qualche giorno prima e al quale i cinque consiglieri firmatari non hanno preso parte. «Insieme alla collega Minelli non riconosco nessun nuovo capogruppo, non avendo l'organismo politico di riferimento previsto da Pcp discusso della questione».

Per il Tavolo di coordinamento di Progetto civico progressista «solo le consigliere Erika Guichardaz e Chiara Minelli possono essere considerate rappresentanti a pieno titolo di Pcp: gli altri cinque consiglieri - Alberto Bertin, Paolo Cretier, Jean-Pierre Guichardaz, Antonino Malacrinò e Andrea Padovani - che in tutta evidenza non si riconoscono nel progetto, dovrebbero valutare l'opportunità di dar vita ad un nuovo gruppo consiliare, con altra sigla».

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