Delitto Serban, verso il processo per il killer che ha confessato

Delitto Serban, verso il processo per il killer che ha confessato
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Omicidio volontario con l’aggravante di averlo commesso per compiere una rapina. Sono queste le accuse per cui Gabriel Falloni, 36 anni, che ha confessato di aver ucciso la rumena Raluca Elena Serban, rischia l’ergastolo. Lunedì scorso, 4 ottobre, la Procura di Aosta ha depositato nei suoi confronti la richiesta di giudizio immediato. Ora il Giudice delle indagini preliminari deve fissare una data per il processo che sarà celebrato davanti a una Corte d’Assise presieduta dal presidente del Tribunale Eugenio Gramola e composta da 6 giudici popolari e 2 togati. Il delitto risale a sabato 17 aprile scorso. Gabriel Falloni fu arrestato 4 giorni dopo e da allora è in carcere. L’uomo aveva lasciato Marsan a Nus dove abitava in affitto ed era fuggito in Liguria, forse con l’intenzione di prendere un traghetto e tornare in Sardegna, dato che è originario del sassarese.

Gabriel Falloni, assistito dagli avvocati Marco Palmieri e Davide Meloni, era diventato immediatamente il principale sospettato nelle indagini affidate alla Squadra Mobile della Questura. Le telecamere del condominio in viale Partigiani ad Aosta in cui la vittima aveva affittato un alloggio - per ricevere i clienti contattati tramite annunci pubblicati su alcuni siti di escort - lo avevano immortalato mentre usciva con una borsa sportiva di marca Arena di proprietà della donna. Quest’ultima, in città da circa 3 settimane, era stata trovata senza vita nel bagno dell’abitazione. Spariti, dalla casa, l’arma usata per ucciderla - un coltello, o comunque un oggetto tagliente, usato ferirla alla gola - e i suoi dispositivi elettronici, oltre ai vestiti e alle lenzuola. Gabriel Falloni aveva inoltre raccontato di essersi impossessato di una busta con oltre 6mila euro. Soldi che avrebbe usato per gli spostamenti dopo il delitto, per pagare l’affitto di casa, per acquistare e inviare 2 cellulari alle sorelle in Sardegna e per un’offerta in chiesa. Il killer ha riferito di una battuta della 32enne nei suoi confronti che lui ha ritenuto offensiva ed è questo il motivo per cui l’ha aggredita stringendole le mani attorno al collo. Gabriel Falloni ha sostenuto però di avere allentato la morsa. A quel punto, la 32enne spaventata avrebbe afferrato un coltello minacciando di chiamare i carabinieri. Perciò Falloni l’ha prima disarmata e poi, con lo stesso coltello, colpita alla gola. Quindi ha gettato l’arma in un cassonetto dei rifiuti e i cellulari della donna nella Dora.

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