Valle d’Aosta Futura: «Dovrebbero essere disponibili tamponi gratis per tutti»
In una nota, Valle d’Aosta Futura rileva che da venerdì prossimo, 15 ottobre, «Per poter lavorare, sia nel pubblico che nel privato, occorrerà dotarsi della Carta verde. L’Italia è l’unico Paese europeo ad aver adottato questa misura. Sono ormai tutti concordi nell’affermare che questa scelta è puramente politica con l’unico scopo di “favorire la vaccinazione” anzi siamo più chiari “Il Green pass è un metodo per convincere pesantemente le persone a vaccinarsi” (citazione del dottor Fabrizio Pregliasco). Scelta discriminante, illiberale e anticostituzionale che non aiuta sicuramente ad evitare eventuali contagi ma è soprattutto una scelta ricattatoria e coercitiva che come ogni azione coercitiva conduce all’annullamento della persona e alla sua mortificazione. Sono ormai tutti concordi nell’affermare che un “vaccinato” può contagiare ed essere contagiato. Sono ormai tutti concordi nell’affermare che per “sicurezza” anche i “vaccinati” devono sottoporsi a tampone per accedere in certi luoghi oppure viaggiare in taluni Paesi (come ad esempio Stati Unit)». Sempre secondo Valle d’Aosta Futura «Non sono ancora tutti concordi ma le evidenze concrete ormai diffuse dimostrano che esistono cure semplici ed efficaci per curare questa malattia quali le Terapie domiciliari precoci ed altre stanno arrivando, dato che è in fase di approvazione in questi giorni da parte della Food and Drug Administration la prima pillola anti Covid prodotta dalla Merck. Allora la Giunta regionale deve spiegare ai valdostani perché continua a premere l’acceleratore solamente sui vaccini? Perché non esercita l’autonomia per adottare quale percorso terapeutico almeno complementare le cure domiciliari precoci? Forse perché non è necessario essere autonomi... La Regione Marche lo ha già fatto! Perché non mette a disposizione tamponi gratuiti per tutti, come peraltro si fece non molto tempo fa, per assicurare pari condizioni a tutti i valdostani? E non ci venga detto che mancano le risorse in quanto pare che l’Usl abbia un considerevole avanzo di amministrazione. Perché non esercita l’autonomia per creare, da subito, un’efficace rete territoriale della Salute, che consenta, tra l’altro, di evitare la concentrazione dei malati sull’Ospedale regionale “Umberto Parini” di Aosta? Perché non attua, da subito, una seria e capillare politica di informazione e formazione rivolta alla prevenzione al fine di aiutare i valdostani a mantenere lo stato di salute e potenziare il sistema immunitario? Perché non esercita l’autonomia per diventare esempio virtuoso senza continuamente appiattirsi di fronte a disposizioni spesso illegittime che arrivano da Roma? Segnaliamo ai nostri amministratori che già oggi è davvero difficile riuscire ad effettuare continuativamente un tampone. Cosa succederà dal 15 ottobre? Chiediamo al presidente della Giunta Erik Lavevaz se come si evince dalle affermazioni dell’assessore Luciano Caveri - che anziché occuparsi prioritariamente come da suo mandato di fare funzionare correttamente la scuola considerato che nelle prime due settimane nella maggioranza delle scuole non c'erano insegnanti, non per il Covid ma per i ritardi subiti - in Valle d’Aosta esistono delle liste di famiglie cosiddette “No Vax” e qui riportiamo testualmente quanto espresso dalla Circolare del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca di mercoledì 29 settembre scorso sulle iniziative degli istituti scolastici e del personale docente, nell’ambito delle misure di contrasto alla diffusione del virus, volte a conoscere lo stato vaccinale degli studenti e delle rispettive famiglie: “In tale contesto, quindi, è esclusa la legittimità di ogni iniziativa comunque finalizzata all’acquisizione di informazioni relative allo stato vaccinale degli studenti delle Istituzioni scolastiche e delle loro famiglie e ciascun Ufficio scolastico regionale adotterà le opportune iniziative dirette ad evitare l’utilizzo di pratiche non conformi al dettato normativo da parte del predetto personale scolastico, anche al fine di prevenire eventuali effetti discriminatori per coloro che non possono o non intendano sottoporsi alla vaccinazione, con evidenti conseguenze sul piano educativo e sulla vita di relazione”. Chiediamo ai Sindacati di tornare alle buone pratiche degli albori e di assicurare una reale tutela di tutti i lavoratori senza discriminazioni. Non è pensabile che un onesto lavoratore debba privarsi di una buona parte del suo stipendio per mantenere il proprio posto di lavoro! Ci chiediamo con enorme preoccupazione cosa sarà della nostra economia».