In Consiglio Valle tiene banco il “caso vaccini”
I retroscena dell’inchiesta sul caso vaccini sono stati al centro del Consiglio Valle di mercoledì scorso, 6 ottobre. A tal proposito, infatti, è intervenuto il presidente del Consiglio Valle Alberto Bertin. «Ho appreso dai giornali che ci sarebbe un procedimento a mio carico» ha dichiarato il presidente Alberto Bertin relativamente all’inchiesta della Procura di Aosta che ipotizza una sua una presunta falsa testimonianza in merito all'anticipo delle dosi vaccinali per i consiglieri regionali over 60. Sulla presenza di un avviso di garanzia, il presidente Alberto Bertin ha assicurato che «Al momento non ho ricevuto alcunché». Il presidente Bertin ha quindi evidenziato che «Il Consiglio regionale non ha competenza e che l'Ufficio di Presidenza non ha assunto alcuna deliberazione riguardo alla campagna vaccinale. Chi dice o scrive il contrario si sbaglia». Alberto Bertin ha concluso: «Sono fiducioso che l'autorità giudiziaria farà chiarezza in tempi brevi sulla questione». Dal canto suo l’assessore all’Istruzione Luciano Caveri - per il quale la Procura di Aosta nell’ambito della medesima inchiesta ha chiesto l'archiviazione dall'accusa di peculato assieme ai consiglieri regionali Paolo Sammaritani e Mauro Baccega - ha affermato che «Avevo chiesto di essere sentito dall'autorità giudiziaria: durante l'interrogatorio abbiamo appreso delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio che erano in contrasto con quanto noi avevamo dimostrato. Non mi dilungo oltre perché, come è noto, se ne stanno occupando altri soggetti». Mauro Baccega ha aggiunto che «Un argomento di cui sarebbe stato più opportuno discutere prima, quando più volte ho sollecitato un chiarimento e un dibattito in Commissione. C'è stato uno scarica barile, invocando la privacy. La mia vaccinazione è stata fatta seguendo il rispetto delle norme: ero del tutto ignaro del fatto che in Ufficio di Presidenza si sia parlato della tematica, visto che il nostro gruppo non è rappresentato. La mia inoculazione è avvenuta rispettando le tempistiche della fascia d'età cui appartengo: ero del tutto tranquillo sulla correttezza dei fatti. Ma poi si sono palesate delle indagini: non risultavo indagato, se non dopo le dichiarazioni alla Procura da parte del presidente Bertin. Ed è stato questo suo comportamento a mettermi nei guai: lui sa cosa ha fatto, cosa ha detto e deve comportarsi di conseguenza».