Restauro e conservazione di beni ecclesiastici, dalla Regione quasi settecentomila euro

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La Giunta regionale ha approvato lunedì scorso, 27 settembre, la concessione di contributi - ai sensi della legge regionale numero 27 del 1993 - per il restauro e la conservazione di beni ecclesiastici di interesse architettonico e storico artistico. Riconoscendo il valore che il patrimonio ecclesiastico riveste per la comunità valdostana, è stata siglata nel 1999 l’Intesa tra la Regione e la Diocesi di Aosta, ponendo tra i compiti prioritari di collaborazione gli interventi di recupero e di restauro del patrimonio monumentale e artistico di interesse religioso al fine della sua fruizione.

Si è riunita martedì 14 settembre la Commissione presieduta dall’assessore regionale ai Beni culturali Jean-Pierre Guichardaz e dal vescovo Franco Lovignana - e alla quale hanno preso parte, tra gli altri, la soprintendente per i Beni e le Attività culturali Cristina De La Pierre e la direttrice dell’Ufficio beni culturali ecclesiastici e edilizia di culto della Diocesi Roberta Bordon - per l’esame delle domande presentate dagli enti ecclesiastici per l’ottenimento delle provvidenze previste dalla legge regionale.

Tutte le domande giacenti, a seguito dell’istruttoria tecnica effettuata dai competenti uffici del Dipartimento Soprintendenza per i beni e le attività culturali e della Struttura patrimonio storico-artistico e gestione siti culturali, sono state ammesse alla valutazione e ritenute ammissibili di finanziamento in relazione alla disponibilità dello stanziamento di bilancio regionale.

La Giunta ha quindi approvato la concessione di contributi per un totale di 692.203 euro a favore delle parrocchie e della Diocesi di Aosta per i seguenti interventi: il restauro del campanile della chiesa parrocchiale di San Pantaleone a Valpelline per 66.340 euro, il restauro della chiesa parrocchiale di Sant’Agostino a Ollomont per 101.189 euro, la realizzazione di un’intercapedine areata per la chiesa parrocchiale di Saint-Barthélemy a Lignan di Nus per 23.640 euro, il restauro della copertura e della decorazione murale interna ed esterna della cappella della Madonna delle Nevi e di San Gregorio di Vaud a Ollomont, rispettivamente per 64.360 euro e 144.140 euro, il restauro delle pareti e delle volte del chiostro della Collegiata dei Santi Pietro e Orso ad Aosta per 174.620 euro relativamente alla parte architettonica e 154.850 euro per quella storico artistica, il restauro e il risanamento conservativo della cappella della Presentazione della Vergine in località Tschentschiri a Issime per 120.223 euro e infine il restauro di un soffitto ligneo dipinto dell’Ex-Prevostura e futura Casa della Carità ad Aosta per 83.510 euro.

L’ammontare del contributo corrisponde all’80 per cento della spesa ammissibile, fatta eccezione per quello della cappella Tschentschiri di Issime, ridotto al 35 per cento in relazione alla presenza di altri cofinanziamenti.

«Il centinaio di chiese e le quasi 800 cappelle presenti in Valle d’Aosta costituiscono un importante patrimonio di alta qualità artistica e architettonica, la cui antichità richiede però una costante attività di manutenzione e in molti casi importanti interventi di restauro. Il finanziamento regionale costituisce un importante sostegno - dichiara l’assessore regionale ai Beni culturali Jean-Pierre Guichardaz - per garantirne la conservazione e la fruizione da parte della collettività».

«Tutti gli anni, più di una parrocchia, effettua lavori di restauro sul proprio patrimonio edilizio di interesse architettonico e artistico. Le situazioni sono molto variabili - commenta la soprintendente Cristina De La Pierre - in relazione allo stato di degrado dei manufatti e a seconda della disponibilità e delle risorse finanziarie della parrocchia stessa. Da tempo la Soprintendenza persegue una fattiva collaborazione con la Diocesi, i parroci, i professionisti e le maestranze in ordine alla rilevazione del degrado, alla definizione dei progetti, alla risoluzione in cantiere di problematiche puntuali affinché gli interventi ridiano la forza e la bellezza che meritano queste opere di architettura e arte e la collettività possa beneficiarne».

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