Gli esordi a sinistra, il buio del ‘68 e la rinascita Storia di una vicinanza alla politica che non c’è più
Sono passati 75 anni dalla nascita della Jeunesse Valdôtaine, il movimento giovanile dell’Union Valdôtaine. La Jeunesse inizia il suo percorso il 6 ottobre del 1946 in occasione del Congrès dell’Uv di Verrès, quando Pierre Vietti - che sarà poi il primo responsabile del movimento - ne annuncia dal palco la nascita ufficiale.
La storia del movimento giovanile del Leone Rampante è stata molto diversa rispetto a quella delle altre organizzazioni giovanili politiche del dopoguerra. Le loro battaglie sul federalismo, sull’autonomia e sull’autodeterminazione dei popoli hanno preso il sopravvento rispetto a tutte le altre rivendicazioni dei giovani di quel periodo.
«Il primo momento d’oro della Jeunesse Valdôtaine è stato gli inizi di anni Sessanta, quando la rilanciò Bruno Salvadori» spiega François Stévenin, allora membro della Jeunesse. «Eravamo collocati a sinistra perché l’Union Valdôtaine era al potere con il Pci, e ci chiamavamo il Fronte del Leone. Avevamo anche un giornale, che si chiamava “Le drapeau rouge e noir”, un comitato e facevamo riunioni in tutta la Valle fino ad avere rapporti anche con i giovani valdostani immigrati in Svizzera» ricorda François Stévenin. Nel 1968, quando tutti i giovani del mondo conquistavano diritti occupando piazze e Università, la Jeunesse invece affrontava il suo periodo buio.
«Nel ‘68 non prendemmo parte alle proteste studentesche, perché avevamo altri problemi. - continua François Stévenin - La vittoria della Democrazia Cristiana alle elezioni regionali ci bloccò, e da lì in poi andammo incontro ad un tracollo: Il giornale non uscì più, ci fu una scissione nell’Uv, e il colpo di grazia lo diede Bruno Salvadori, che per noi era un punto di riferimento, quando aderì all’Union Valdôtaine Progressiste: sparimmo del tutto».
Bisognerà aspettare il 1976, quando un giovane Guido Grimod, che in futuro sarebbe anche diventato sindaco di Aosta, fu incaricato di rifondare la Jeunesse dopo la réunion e il ritorno di tutti gli autonomisti nell’Union.
«Mi fu dato questo incarico e accettai con molto entusiasmo. Mi ricordo che c’erano molti giovani della Coumba Freida, e furono proprio loro a dare lo slancio per rifondare il movimento. Devo ammettere però che fui semplicemente un segretario di transizione - continua Guido Grimod - perchè l’anno in cui la Jeunesse fu davvero riorganizzata organicamente fu il 1978, quando io lasciai l’incarico».
Guido Grimod racconta il clima tra i giovani unionisti in quegli anni: «Vi era davvero molta voglia di fare, noi giovani volevamo mettere mano sulla politica, quella vera con la P maiuscola, e rilanciare i concetti di federalismo, autonomia e autodeterminazione del popolo valdostano. Eravamo poi contro ogni forma di centralismo, - aggiunge - per noi Roma rappresentava davvero una forte oppressione delle nostre libertà e sentivamo molto questi ideali». In quegli anni, la Jeunesse Valdôtaine creò anche i rapporti con le altre organizzazioni giovanili indipendentiste europee. «La voglia di autonomia e indipendenza ci spinse a prendere contatti con movimenti giovanili che rappresentavano tutte le minoranze etniche in Europa, soprattutto con i Baschi». Il 1977 fu l’anno delle proteste di piazza con protagonisti i movimenti studenteschi e i sindacati, però in Valle d’Aosta la situazione era diversa. «Qui non ci sono mai state grosse lotte come nelle altre città italiane, eravamo comunque dalla parte degli operai però non abbiamo mai preso parte a manifestazioni di piazza, perché non era nel nostro stile. Non ci volevamo collocare a sinistra, il federalismo per noi stava oltre la divisione tra liberalismo e socialismo, devo ammettere che a sinistra c’è sempre stata più attenzione rispetto alle nostre rivendicazioni, infatti avevamo buoni rapporti con i giovani comunisti, con cui organizzavamo confronti e dibattiti. Aosta poi è sempre stata una città di operai e il Pci era molto forte, noi eravamo forti nei paesi ma in città no, e infatti i nostri iscritti aostani erano molto più combattenti, e avevano davvero voglia di lottare per il francese e il patois» conclude Guido Grimod. Negli anni Ottanta la Jeunesse si struttura. Viene creato uno statuto e nasce una vera e propria «scuola di partito» con l’obiettivo di formare giovani da lanciare in politica. Il periodo d’oro arriva però a cavallo tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, quando «animateur principal» era Ego Perron, un futuro da assessore.
«Il 6 giugno del 1990 in Consiglio Regionale accadde qualcosa di innaturale, ovvero un “ribaltone” dove tutte le forze del pentapartito fecero un’alleanza con il Partito Comunista per mandare l’Union Valdôtaine all’opposizione» racconta Ego Perron. «I giovani valdostani sentirono molto questa ingiustizia e ci fu un avvicinamento generale alla Jeunesse Valdôtaine, proprio perché ci sentivamo traditi dal nostro alleato che era la Democrazia Cristiana» continua. «Mi ricordo un forte impegno ideologico e un periodo molto attivo, fatto di manifestazioni e affissione di manifesti in tutta la Valle d’Aosta. Facevamo assemblee con più di 100 partecipanti, e posso dire che fu il periodo più fortunato della Jeunesse Valdôtaine, durante il quale ci rafforzammo anche sul territorio» conclude Ego Perron.