Ettore Mondet, amante della montagna e cacciatore
Ettore Mondet amava la montagna che per lui era pane quotidiano, soprattutto da quando era andato in pensione. Le sue ceneri voleranno tra cielo e terra, sparse dal vento nella conca di Vetan. Così ha lasciato scritto per i suoi cari prima di lasciare per sempre la vita terrena.
Ettore Mondet avrebbe compiuto 67 anni il prossimo 23 ottobre. Se n’è andato venerdì scorso, 24 settembre. I suoi funerali si sono svolti il giorno dopo nella chiesa parrocchiale di Saint-Pierre. Aveva lasciato scritto di volere essere cremato. Soffriva da qualche tempo di un brutto male, ma fino alla fine ha sperato di poter continuare a percorrere i sentieri dei luoghi da lui sempre frequentati a 2 passi dal cielo.
Ettore Mondet ha lasciato la sorelle Prospera, Irma Luciana, Gilda e Maria Eugenia, e i fratelli Osvaldo ed Ezio.
«Non aveva una famiglia sua - racconta la sorella Irma Luciana - però era legatissimo a tutti noi, in particolare maniera adorava i suoi nipoti. Ogni momento libero lo dedicava alla passione per la montagna. Non c’era giorno che non andasse a camminare. D’estate e d’inverno, nulla poteva tenerlo fermo. E quando arrivava la stagione della caccia sapevamo che l’avremmo visto un po’ meno del solito. Era un uomo buono, amato e apprezzato da chiunque. Sempre pronto a dare una mano a tutti».
Ettore Mondet era un cacciatore, andava a ungulati. Appassionato sin da ragazzino, quando scarpinava dietro ad Augusto Glarey, suo maestro di fucile. Così lo ricorda oggi il presidente della sezione cacciatori di Saint- Pierre, Edi Chenal: «Ettore era un ottimo cacciatore, soprattutto era una persona che sapeva farsi volere bene. Sempre disponibile e in prima linea quando si trattava di partecipare alle attività di corvée sul territorio di Saint-Pierre. Le sue doti umane lasceranno per sempre un ricordo indelebile nella nostra sezione. Perché è difficile dimenticarsi di un uomo di grande valore come è stato lui».